È la soglia, con la sua carica simbolica, ricca di poli-sensi e allusioni, la chiave d’accesso all’universo di Secco Sistemi, azienda che da oltre settanta anni produce sistemi per serramenti e facciate in metalli come ottone, acciaio inox e zincato. La sede di Preganziol (TV) sembra racchiudere l’anima di questa realtà al tempo antica e moderna, laddove una scala elicoidale, curiosamente simile a quella fissata da Dario Argento ne Il gatto a nove code (1971) – senza risvolto thriller, s’intende – dà il benvenuto al visitatore già conquistato dalla facciata continua che “avvolge” l’edificio garantendo raffinatezza e praticità.
Tutto l’ambiente, del resto, appare improntato a un concetto di innovazione che coniuga levità e sicurezza, tradizione costruttiva e sviluppo tecnologico. In cima alla scalinata si apre uno spazio che celebra le più belle creazioni dell’azienda, impegnata in collaborazioni con i grandi maestri dell’architettura contemporanea e professionisti di tutto il mondo.
Difficile non restare affascinati da questa selva di profili in metalli pregiati che richiamano, quasi letterariamente, la foresta di simboli di baudelairiana memoria, a mostrare il carattere evocativo di porte, finestre e facciate quali elementi di confine, di convivenza generativa tra il dentro e il fuori.
Fondamento della Secco Sistemi, del resto, è la ricerca di una bellezza che possa esprimersi attraverso il design, che sappia incarnarsi, in fondo, in lavori dotati di spirito, finalizzati a impreziosire gli ambienti, a fare di un edificio una zona-ponte tra il mondo esterno e lo spazio interiore, sia esso luogo fisico o un impasto di desideri e umori.
A certificare questa attitudine dell’azienda, l’impegno profuso nella ricerca del particolare, dell’eleganza stilistica unita al massimo della tecnologia, Secco Sistemi si è aggiudicata nel 2017 il Compasso d’Oro, l’Oscar del design, con il sistema OS2 dedicato al mondo dell’architettura e del restauro. Nel 2022 øG®, alzante scorrevole a levitazione magnetica, le garantisce ancora il prestigioso premio, cui si affianca l’Architektur+bauwesen con il nuovo sistema XT, Archiproducts per øG® nonché la partecipazione al Vatican Chapel.
Si tratta, a ben vedere, della traduzione fisica di una ricerca continua, la realizzazione di quanto progettato, immaginato, studiato. Viene in mente un passo di Anna Maria Ortese, che nel racconto Stregata in una stanza, incluso ne L’infanta sepolta (1950), scrive: «L’atmosfera di una casa può mutare, subire i cambiamenti più imprevisti, nello spazio di ore, minuti. Precisamente come una rada, affidata agli umori di venti instabili ma fedeli a quei luoghi, vede di ora in ora, di minuto in minuto, cambiare il colore delle onde […]».
Così, in un’ottica surrealista che supera, come insegna Alberto Savino, «la realtà convenzionale, sfocata e spesso fittizia, che i più scambiano per la sola realtà» (Torre di guardia, 1977), è possibile leggere l’impegno della Secco Sistemi come un lungo tentativo di “addestrare” lo sguardo, un’educazione al bello che permette di cogliere “l’altra realtà” – ci si perdoni la vena poetica – ciò che è oltre l’immaginario convenzionale legato ai sistemi di serramenti e a un’idea di facciata tradizionalmente intesa, vincolata al principio di funzionalità scevro da eleganza ed estro.
La citazione di Ortese consente inoltre di focalizzare quella che è la visione dell’azienda, la quale – oltre a garantire l’unicità di palazzi storici e celebri edifici come le Grandi Gallerie dell’Accademia con l’architetto Tobia Scarpa o il Fondaco dei Tedeschi di Rem Koolhaas – concepisce la sua produzione come funzionale a un’idea prismatica dell’abitare, nella convinzione che lo studio della storia e della cultura progettuale debba necessariamente unirsi a un’analisi dell’esistente in stretto equilibrio con il mondo della normazione e della certificazione, sì da garantire prodotti anticipatori, in linea con le tendenze di un mercato in costante evoluzione.
La storia dell’azienda, che oggi conta circa centodieci dipendenti, è del resto lo specchio di questo sguardo ampio, in grado di unire tradizione e futuro. Nata nel 1947 a Treviso dall’idea di Aldo Secco di rivoluzionare il mondo del serramento in metallo allora circoscritto a pochi lavori di carpenteria, Secco è emblema non solo delle capacità imprenditoriali di questa area veneta ma anche del fervore industriale degli anni post-boom e in seguito del decennio Ottanta, quando i successi aziendali si legano al Seccolor, serramento che ottiene nel 1981 il primo Compasso d’Oro, esportando oltre al prodotto anche la tecnologia per ri-produrlo, arrivando sino in Cina.
Interrotta l’attività nel 1995, Secco rinasce come Secco Sistemi grazie all’imprenditore Luciano Gusmeroli e a all’ingegnere Alberto Agostini, ex direttore tecnico delle Industrie Secco S.p.A., che scelgono di ridimensionare la struttura immaginando nuovi prodotti volti a privilegiare il connubio col mondo dell’architettura mediante il curato design dei profili e il ricorso a metalli pregiati come ottone, acciaio corten, acciaio inox e acciaio zincato.
La ricerca del bello, anzi, la pratica della bellezza, sta nella costante tensione verso la sperimentazione, nella costruzione di nuovi prototipi e nella volontà di plasmare un’identità aziendale improntata allo studio e alla creatività con particolare attenzione all’assistenza e alla formazione dei clienti cui Secco Sistemi ha dedicato uno spazio, “SeccoLab”, luogo di formazione, ricerca ed elaborazione.
Tutto si tiene in questa azienda che impiega leghe di altissima qualità conoscendone le caratteristiche di fondo, dalla resistenza strutturale alle molteplici capacità espressive che chiamano in causa – grazie anche alla ridotta necessità di manutenzione – i valori della sostenibilità.
Tra le realizzazioni celebri, quasi che l’azienda abbia scelto di far propri anche i principi della geografia umanistica, quella in cui Yi-Fu Tuan teorizza le categorie di “simboli pubblici” e di “luoghi emozionali”, troviamo Villa Snagov a Bucarest, la Morley House a Londra, Punta della Dogana su progetto di Tadao Ando a Venezia, la facciata del MAXXI di Roma. Perseguendo efficacia ed efficienza, Secco Sistemi arriva a proporre soluzioni su misura anche per progetti speciali di grandi dimensioni, interpretando il serramento e la facciata continua come sistema a servizio del progetto di architettura. Un lavoro di precisione che chiama in causa la cultura della qualità, un’attenzione alle esigenze del progetto contemporaneo fondate su principi versatili e valori sostenibili.
La soglia, del resto, è lo spazio dove ogni cosa si compie: il punto di congiunzione tra il sogno e la realtà.
Ginevra Amadio
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Immagine in evidenza: Cantina Antinori – Bargino (design Archea, sistemi EBE 85)
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