Un’esplosione di colori e di raffinatezza caratterizza l’universo di Bevande Futuriste, azienda trevigiana con il cuore nel biologico, coraggiosa e lungimirante nel riscrivere il panorama italiano del beverage offrendo al mondo dei cocktail bar qualcosa di sostenibile e unico, in pieno stile visionario.
Il richiamo all’avanguardia storica del Novecento riecheggia nelle grafiche e nei manifesti che decorano la luminosa sede a Treviso in Strada Callalta 33, dove i soci fondatori Elena Ceschelli e Alberto Zamuner ci accolgono con il sorriso e lo sguardo di chi, ancor prima di raccontarsi, sa che sono i sogni a fare ottimi prodotti.
Non che l’esperienza del brand si fondi su un’utopia slegata dallo studio e dalla pratica; nata nel 2014 da un’idea di Alessandro Angelon realizzata con Ceschelli e Zamuner, Bevande Futuriste guarda alle nuove esigenze dei clienti e ragiona, sin dalle origini, sul fattore qualità per il canale Ho.Re.Ca.
In ogni scelta dell’azienda c’è infatti un’attenzione al dettaglio che procede dai dati di realtà, dalle scelte che orientano e ri-plasmano gli stili di vita. «Tutto è partito da una ricerca sui consumi fuori casa realizzata nel 2011, con la donna come osservatorio privilegiato» dichiara Ceschelli. «Nel corso dell’analisi abbiamo notato una propensione verso le bevande analcoliche, cogliendo l’assenza di un’offerta bio e green legata a questo settore».
Nasce così DiFrutta, linea di succhi, spremute e nettari biologici ottenuti da frutta selezionata e colta al punto di maturazione, offerta in bottiglie dai colori pastello, con il pratico tappo twist-off a garantire freschezza. Bella e originale nell’aspetto, con un packaging pensato in chiave sostenibile, la collezione vanta sapori classici, genuini: dalla pesca all’albicocca, dal mirtilli nero al pomodoro. Unica eccezione al biologico è l’ananas della Costa Rica, scelta per garantire il miglior grado di dolcezza.
Nulla è incasellabile nel percorso di questa azienda che ha scelto di far proprio il principio di “trasgressione” del Futurismo, quella frattura con la tradizione che implica ribaltamento dei canoni, allargamento degli orizzonti. «Abbiamo presto captato il trend crescente della miscelazione d’avanguardia – afferma Ceschelli – cogliendo l’opportunità di rivolgerci alla categoria con prodotti specifici. I più richiesti sono ancora il ginger beer, l’acqua tonica da legare al gin, il succo di pomodoro per il Bloody Mary». Tutti fiori all’occhiello della linea Cortese, ispirata alla nobile alchimista veneziana Isabella Cortese simbolo di raffinatezza e visionarietà, emblema delle potenzialità dell’amalgama e dell’equilibrio tra modernità e tradizione, tra gusto classico ed estro creativo. Non è un caso che Ceschelli e Zamuner sottolineino a più riprese la libertà espressiva del bartender, al quale viene offerta una gamma di premium soft drink di prima qualità, da utilizzare in cocktail classici o in unione con tè e succhi per le proposte analcoliche.
Il principio alla base è sempre lo stesso: dar vita a prodotti innovativi, gustosi ed eleganti, con sguardo privilegiato alla materia prima e alla possibilità di fare un lavoro di “educazione al gusto”, nel duplice senso di una bellezza da coltivare e assaporare. Così anche i tè verdi da infusione ama_tè (nelle tre versioni al limone, melagrana e pesca), le bevande della tradizione italiana come chinotto, gazzosa, spuma della collezione Originale Bio 1959, i frullati di frutta T.V.bio lasciano spazio alla naturalezza del gusto esaltando la semplicità del nucleo originario di ogni creazione, senza aggiungere zuccheri, coloranti o conservanti.
È un imperativo che risponde, del resto, al senso ultimo della bellezza, a quella meraviglia senza infingimenti che affascina per il suo carattere spiazzante e per quella che Baldassare Castiglione, nel suo trattato-cardine Il Cortegiano, definisce “sprezzatura”, ovvero una ricercatezza mai affettata, mai ostentata. Lo mostra bene la linea Prohibito, che offre sciroppi ed essenze ad altissima concentrazione, con cinque linee di prodotto Made in Italy con ingredienti naturali: Natural Fruit for Mix; Natural Sugar for Mix; Premium Creative Mixologist; Premium Gourmet e Premium Lab Mixology. Pochi elementi e gesti per rendere i cocktail indimenticabili, per sperimentare e scardinare i luoghi comuni come già per il tè e la camomilla, bevande sottratte allo “stigma” dell’uso a fini terapeutici e calmanti.
Del resto è questo Bevande Futuriste: unione di Biologico e Glamour, di salute e bellezza. Senza dimenticare il contatto umano, l’importanza delle relazioni sottesa al gesto dello stesso bere, alla cultura dello stare insieme che implica, per questa realtà, un rapporto strettissimo con i mixologists, divenuti nel tempo brand ambassadors e amici, come nel caso di Samuele Ambrosi del Cloakroom Cocktail Lab di Treviso e di Gianni Dell’Olio del Contrabar di Bisceglie, o Samantha Migani di Hawaiki di Igea Marina – Rimini.
È una missione etica ed estetica quella sottesa all’impianto futurista che dà al nome a un’azienda in grado di muoversi tra innovazione e tradizione, tra “disordine” e accoglienza. Tutto si tiene in quest’universo colorato (le bottiglie dei succhi, dei tè, tisane e degli smoothie rispettano la cromoterapia) in cui la bellezza è intesa come cura e gentilezza, sostenibilità e dedizione. Arte-vita, come recita il manifesto dell’Avanguardia tutta italiana, dinamismo plastico, «coraggio, audacia» e libertà.
Ginevra Amadio
Riferimenti
Bevande Futuriste official website
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