Isabella Panfido, poeta, narratrice e saggista, regala al Premio Comisso e a tutti i suoi lettori un componimento poetico inedito.
Buona lettura!
Contarina* o dello smaltimento.
Qualcosa sempre fuori posto si trascina
da un angolo all’altro, in lavanderia,
in cucina, tra tappi, elastici, etichette
temporaneamente messi via.
E’ inevitabile che un giorno di rilassata distrazione
come una molla caricata, ti salti
inopinato tra le mani:
non ĆØ sciupato ma proprio non ti serve.
PerchĆ© non l’hai buttato ā ti domandi. Dove?
come il polistirolo e gli incarti plasticati
umido o misto? carta o indistinto?
mutevole com’ĆØ d’aspetto e di sostanza.
Il gesto liberatorio, previa dovuta analisi,
ti brucia tra le dita.
Tentenni, tergiversi, ti tormenti
puĆ² sempre tornare utile un domani
in un momento di bisogno, una malattia –
ma via, falla finita, sgrĆ vati
dai pesi morti, dalle cianfrusaglie,
da corpi esausti e residui misti.
Cose cosƬ, nemmeno nel vegetale.
Avendo il compostaggio, fuori in giardino,
potrebbero decomporsi, dare il meglio:
zolfo per lo spirito, acidi a iosa
e molto, molto sedimento.
Ma in casa no, non si puĆ² tenere.
Forse, a chiamata, fare il conferimento (fosse un’onorificenza)
tra gli ingombranti: con il divano liso o la credenza,
magari anche la tv, a qualcuno potrebbe interessare.
Ma in casa no, di amore basta, non si sa che fare.
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* Contarina ĆØ l’impresa urbana di smaltimento rifuti.