Premio letterario Giovanni Comisso

Stelle minori illuminano il buio. Intervista a Mattia Signorini

Ci sono anni che ti scivolano addosso senza un valido motivo per farsi ricordare ed anni che segnano profondamente la nostra esistenza,ci sono persone che rimangono estranee anche se le conosci da sempre ed altre che riconosci al primo sguardo e mai usciranno dalla tua vita, ci sono libri dei quali non ricordi nemmeno il titolo ed altri che rimangono con te a lungo dopo averli terminati perché sembra abbiano ancora qualcosa da dirti, cammini da suggerirti.

E poi ci sono scrittori  che tornano dopo qualche anno di assenza e ti sorprendono. Ancora una volta, ancora di più. È il caso di Mattia Signorini che con “Stelle minori” ( Feltrinelli ) ci regala  un romanzo avvincente come un noir e coinvolgente perché ritratto generazionale.

Ma andiamo per ordine e torniamo al 2008, l’anno in cui i destini di Zeno e Agata si incrociano. Università di  Padova, schivo e solitario lui, anticonformista ed estremamente brillante lei. La passione per la Filosofia e la Letteratura contemporanea li accomuna. In seguito ad un tragico incidente che li vede entrambi coinvolti si separeranno, per ritrovarsi solo dieci anni dopo.

“A e Z. L’inizio e la fine.” Il cerchio che si chiude e si riapre, la  necessità di riappacificarsi con un passato che riemerge come protagonista dell’intera narrazione. Il passato, i ricordi… “L’intero racconto della nostra vita è davvero composto solo da ciò che ricordiamo, come pezzi di stoffa che una volta appartenevano a un vestito?” Il passato gioca un ruolo importante nella vita di ognuno di noi…quale spazio lasci a presente e futuro nei tuoi romanzi?

“Stelle minori” è un romanzo che ha a che fare con le cose che seppelliamo e che poi, a un certo punto della vita, riaffiorano e si ripresentano davanti a noi con tutta la loro forza. È allora che ci troviamo davanti a una scelta: seppellirle di nuovo o cercare di comprenderle, andando a ritroso.

È un percorso difficile, porta con sé dolore ma anche la consapevolezza che attraverso un percorso di ricerca e di scavo nel nostro io più intimo possiamo arrivare a capirci davvero, a fare una sintesi dei nostri aspetti di luce e di buio. E così vivere il nostro presente, e il futuro che ci attende, con una maturità diversa.

Buzzati, Bulgakov, Kerouac, Kundera, Salinger, tanti i riferimenti letterari citati nel romanzo, tra tutti Boris Vian al quale viene dedicata la rivista letteraria proprio perché  “ha scardinato il linguaggio comune. È anche in questo modo che ha criticato la società del suo tempo”. Romanzi di formazione affiancati a riferimenti filosofici destabilizzanti e provocatori. Pensiero, linguaggio, voglia di conoscenza: strumenti fondamentali da sempre nelle mani delle nuove generazioni. C’è ancora voglia di “cambiare il mondo”?

Il desiderio di cambiare il mondo è insito nell’essere umano. Anche oggi ci sono persone coraggiose che illuminano la strada e permettono ad altri di percorrerla.

Penso a Greta Thumberg, che con una resistenza pacifica ha fatto prendere coscienza a migliaia di persone dei gravi problemi a cui stanno portando i cambiamenti climatici, oppure a Carola Rackete, che con il suo coraggio e le sue azioni ha acceso ancora i riflettori sull’azione cieca di un governo che divide gli esseri umani in “noi” e “loro”, usando una propaganda fatta di slogan che incitano all’odio verso chi proviene da culture diverse e condizioni di vita profondamente disagiate.

Nicola Sceriman un professore capace  di infiammare gli animi dei suoi studenti  ha comunque una  famiglia  ingombrante alle spalle, i fondi di finanziamento per la rivista che rischiano non di venir concessi a causa di questioni private. Potere e denaro si scontrano con il bene comune dell’istruzione e della cultura. Quali speranze a tuo avviso per il panorama culturale italiano?

L’esercizio utilitaristico del potere e il desiderio di essere potenti permeano l’uomo da sempre. La cultura dovrebbe esserne immune, perché portatrice di pensiero, ma nella realtà dei fatti non è così. E non solo in Italia. Sta a ognuno di noi approcciare alla vita in modo pulito, non credo esista una risposta che possa definire un set di istruzioni globale.

Il problema culturale in Italia credo però stia in altro: manca una politica fortemente orientata verso la cultura, che la favorisca e la sostenga, anche economicamente, come succede in altri Paesi, e permetta alle nuove generazioni di sentirla vicina, come qualcosa di necessario.

Zeno si immerge nella natura quando si perde: il mare a qualche chilometro da casa che ha la fortuna di poter raggiungere in bicicletta, i boschi dell’Altopiano di Asiago. La natura sembra indicargli la strada da seguire.  Anche Adele per prendere importanti decisioni si rifugia nei suoi amati boschi.

Cito un passo del De rerum natura di Lucrezio : V, vv. 1156-1157Etsi fallit enim divom genus humanumque, perpetuo tamen id fore clam diffidere debet. [Pur se agli dèi celato rimane ed agli uomini tutti, creder non deve che occulto rimanga per sempre il suo fallo.

Quale il rapporto tra coscienza e Natura?

In questo romanzo ho raccontato una natura che genera silenzio, che gli uomini non controllano e  in cui sono ospiti. È proprio nel silenzio, nel distacco dalla velocità del mondo contemporaneo, che possiamo scendere nel fondo della nostra coscienza, comprendere le strutture del nostro agire e guardare la nostra immagine priva di sovrastrutture.

Chi si è laureato nei primi anni del Duemila, come i protagonisti di Stelle minori, ricorderà sicuramente interminabili ricerche nei vari Dipartimenti consultando riviste e documenti esclusivamente cartacei. Appena abbozzato e guardato con diffidenza l’uso del web. Quasi del tutto sconosciuti i maggiori social, Facebook in primis. La società nel decennio successivo è cambiata in fretta. Come si sono evoluti i ruoli di scrittore e  scrittura?

Scrivere libri è un mestiere antico e artigianale. Uno scrittore è da solo davanti alla pagina e in questo la tecnologia non ha molta voce in capitolo.

Adesso però c’è più dialogo e confronto con i lettori, i social hanno accorciato le distanze.

E stanno facendo nascere una nuova critica, quella dei lettori forti e appassionati, che possono far sentire con efficacia la loro voce attraverso i blog, Instagram o Facebook. Io stesso scopro acquisto molti romanzi consigliati con convinzione dai bookblogger.

Vorresti svelare ai lettori di “Piazza Comisso” il significato del titolo “Stelle minori”?

Nei sistemi multipli di stelle ce n’è sempre una che emette più luce. Noi vediamo solo quella, senza accorgerci dell’esistenza di tutte le altre, le stelle secondarie. E così prima o poi ci sentiamo tutti: stelle secondarie, minori, che si muovono lungo il cammino della vita senza renderci conto della possibilità che abbiamo di illuminare noi stessi e gli altri.

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