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La saga medievale sulla nascita di Venezia mantiene il fascino della ricostruzione storica fedele e si tinge di intrighi e misteri.
Sinossi
Il precedente romanzo dell’autore, La pietra per gli occhi, è il primo di una saga che ora prosegue. Lì si raccontava l’anno 1106 d.C., si incontrava il monaco amanuense Edgardo dell’abbazia di Bobbio, il suo problema agli occhi e la grande avventura che lo conduce in una Venezia ancora in costruzione.
Sono passati oltre dieci anni ed Edgardo ha trovato impiego come scriba presso l’importante famiglia dei Grimani. Oltre al padrone di casa, il nobile Tommaso, vivono sua moglie Magdalena, venuta sposa dalla Fiandre insieme alla giovanissima sorella Costanza, diafana, timida, appassionata di scrittura ed allieva prediletta di Edgardo. La casa è triste perché l’unico erede, il piccolo Luca, è morto a soli sei anni e Magdalena non riesce a concepire un nuovo figlio, con grande preoccupazione del marito. Viene chiamato un medico, la cui fama è nota in città: il Magister giunge a Ca’ Grimani e con grande stupore si apprende essere una donna, Abella, che ha studiato medicina all’Università di Salerno sotto autorevoli guide. Magdalena si affida fiduciosa al Magister; il marito invece ne teme la presenza, l’influenza e il sesso, deciso a provvedere lui stesso a procurarsi i mezzi per curare la sterilità della moglie.
Costanza intanto viene costretta ad entrare in convento dove viene accompagnata da Edgardo, ma per un caso non chiaro scompare e di lei non si trova più traccia, malgrado le ricerche affannose del povero scriba, che si sente responsabile della propria inefficienza. Del rapimento e forse della violenza, dopo che la ragazza viene ritrovata morta, viene accusato Alvise, un garzone che lavora in casa e che aveva guidato la barca con la giovane donna: lo stesso Tommaso Grimani lo denuncia perché sia condannato a morte anche se le prove contro il ragazzo sono inconsistenti.
Lo scriba promette che riporterà Costanza alla sua famiglia e insegue il sogno di una rinascita, l’illusione di sconfiggere la morte. Magister Abella, ambigua alleata, scopre insieme ai lettori i segreti le pratiche mediche di quell’epoca, entrando nella bottega dello speziale Sabbatai, dove si preparano rimedi e intrugli di ogni sorta.
La trama del romanzo si complica, il giallo si infittisce ma Edgardo riuscirà a risolvere il mistero della morte di Costanza in un crescendo di scoperte sempre più sconcertanti.
Un capitolo del romanzo da ascoltare.
Dicono del libro:
Enzo Verrengia su «L’Unità»: «Da Mann a Hemingway, e oltre, Daphne du Maurier e perfino Fleming, tutti i grandi autori finiscono per confrontarsi con la città sull’acqua. Nessuno però la racconta come Roberto Tiraboschi in La bottega dello speziale».
Massimiliano Melilli sul «Corriere del Veneto»: «Per chi ha amato Il nome della rosa, il nuovo romanzo di Roberto Tiraboschi è la giusta lettura. […] Il valore aggiunto del nuovo romanzo, che pare già la sceneggiatura di film di successo per il profilo dei personaggi e il fascino delle atmosfere, risiede proprio nelle intriganti trame dell’epoca, riprodotte fedelmente ma reinterpretate sull’onda della finzione letteraria».
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L’autore
Roberto Tiraboschi è nato a Bergamo e vive tra Roma e Venezia. Drammaturgo e sceneggiatore, ha scritto per diversi registi italiani, tra cui Liliana Cavani, Marco Pontecorvo, Silvio Soldini. Le Edizioni E/O hanno pubblicato anche i romanzi Sguardo 11 e Sonno, vincitore del Premio nazionale di narrativa Bergamo e del Premio Stresa di narrativa, nonché La pietra per gli occhi, primo volume della serie sulla nascita di Venezia.