“Trovami un modo semplice per uscirne” di Nicola Nucci
Due ventenni trascorrono un pomeriggio di pioggia in uno scantinato: bevono, fumano, chiacchierano delle loro vite – uno è disoccupato, l’altro lavora come operaio – cercando una maniera per ‘uscirne’, consapevoli che ‘tutto parte da uno scantinato, il difficile è lo sviluppo’. Quale modo migliore di farlo se non con una rivoluzione? Del resto da Robespierre in poi tutti i giovani amano le rivoluzioni. Peccato che i nostri due ci infilino in mezzo un talent show con tanto di selezioni via Youtube e di soubrette che li renderà ricchi e pieni di donne senza troppa fatica. Ci riusciranno a realizzarlo o meno?
Il finale è l’unico possibile per una storia come questa, che emerge da dialoghi nel gergo giovanile dei social network, con uno stile audace ed efficace a esprimere lo spaesamento, il desiderio di ribellione e il senso di oppressione vissuto dai ventenni di ogni epoca. Quelli di oggi forse più degli altri.