“Non ti ho mai chiamata madre, ma vedi, ora, come lo so dire bene? Non riconosci il mio odore nel vento? Madre mai più tra le tue braccia“.Dolce e malinconica la storia di Teodoro, il figlio primogenito di un campanaro e della coraggiosa moglie, morto dopo solo 11 giorni, che ci racconta la sua vita mai vissuta accanto ai nove fratelli nati dopo di lui.Con un linguaggio delicato, Teodoro descrive la vita semplice della sua famiglia, il contesto contadino senza tempo della sua casa e della sua terra, dove succede tutto e niente.Amore, dolore, nostalgia, tenerezza, solidarietà e complicità sono i sentimenti che il protagonista invisibile prova per i suoi genitori e per ciascuno dei fratelli, nella vita che è stata dopo di lui: sentimenti che non risentono delle tensioni quotidiane, dei contrasti familiari o delle diversità di carattere, proprio come possono essere solo i sentimenti di chi non vive la vita reale, di chi ne resta fuori, non per averlo scelto ma per quell’amaro destino che gli è stato riservato. Teodoro sente di esserci in ogni momento della vita familiare anche se non avverte il segno o il ricordo della sua breve comparsa sulla terra fino a quando il padre, nel vedere il piccolo neo sul mento della nipotina, pronuncia il suo nome e pensa a lui.