Taddeo in rivolta di Stefano Amato
È un mondo ingiusto, spietato e cinico, quello raccontato da Stefano Amato, nel suo bel libro, di cui il protagonista, Taddeo, è una vittima a tutti gli effetti, una delle tante vittime che non posseggono gli strumenti necessari e che si rifugiano nel silenzio. Il ragazzo vive il disagio del suo aspetto fisico abbondante. Trascorre gran parte della giornata chiuso tra le mura di casa, malgrado la sua cultura cui, comunque, si aggrappa come estremo riparo. È dopo l’ennesimo torto che decide di avvalersi di quelle armi che hanno, ahimè, il sapore della vendetta. Ma Taddeo pianifica senza minimamente riflettere alle conseguenze, o forse (mi resterà il dubbio) lui ci ha pensato ma sentendosi un uomo perso, non ha più nulla da perdere.
“Taddeo in rivolta” è un libro sulla caduta ma anche sulla rinascita, su una rinascita che non sa più piangere e che trova nel cinismo il suo ultimo rifugio. È un libro sull’incomunicabilità, sulla disattenzione, sulla solitudine. È un libro sul disagio che ne consegue, che consegue da un’esistenza simile, il disagio tipico dei giovani isolati dal gruppo cui non riescono a fare parte, perché inadeguati. È un libro quanto mai attuale, di quell’attualità che fa riflettere e parlare, ma che fa anche paura per il potenziale di violenza che porta dentro.
Riccardo Sapia