“Napoli mon amour” di Alessio Forgione
Ha il sapore della rabbia e del disincanto quest’opera prima di Alessio Forgione, giovane emigrato a Londra per fuggire dall’immobilismo di un paese percepito come bello e soffocante, accogliente eppure avaro. Amoresano, il protagonista della narrazione, reca inscritto già nel nome il suo destino di vinto dalla vita e dalla storia, segnato com’è da un desiderio di infinito che non conosce limiti se non quelli imposti, a suon di delusioni, dal logorio sfiancante di un’esistenza sempre uguale – priva di orizzonti, privata di speranze. Non c’è sole né sensualità nella Napoli che fa da sfondo alla sua misera ricerca di un’alternativa al fallimento, che Forgione restituisce con una scrittura nuda e tagliente in grado di tratteggiare un disturbante ritratto esistenziale, proprio di chi, per dirla con Tondelli, voleva tutto e si è sempre dovuto accontentare di qualcosa.