“Nailé la Straniera” di Luisa Franchi dell’Orto
Italia, attorno agli anni ’30. Giulio, giovane e scapestrato rampollo, di un Barone marchigiano, definito dal padre “Il Viveur”, militare in carriera, rientra a casa, in licenza, con una novità: ha sposato una ragazza turca; una principessa.
L’iniziale curiosità della famiglia e la ritrosia del barone che, a quanto pare, ha una “questione sospesa” con i turchi, si tramuta in breve in indifferenza verso la donna che, lasciata spesso sola dal marito: per i rientri in caserma prima, e con la tragica morte poi; l’ha praticamene abbandonata nella casa dei genitori.
Inoltre c’è un particolare molto strano: tra i gioielli di famiglia, lasciati a Nailè in eredità dalla madre, c’è una collana con l’effige di una donna che è praticamente uguale a quella che porta la prima moglie del barone in un quadro. Anche il barone si è accorto di questo particolare ed è attorno alla soluzione di questo rebus che ruota lo svolgersi della trama con un finale che apre le porte ad un sicuro seguito.