Recensioni a “La stanza delle mele” di Matteo Righetto

La stanza delle mele” Matteo Righetto

Lo scrittore Matteo Righetto affina il suo stile poliedrico con un’equilibrata alternanza di vibrante suspence e vivida descrizione dell’alacre quotidianità dolomitica del ‘900.
LA STANZA DELLE MELE è il fulcro, il luogo chiuso e acerbo della punizione, da cui però matura meditazione, poi creatività e dunque fuga.Perché se è vero che le verità si stagliano in luoghi impervi, occorre appunto fuggire, cercare, correre, ruzzolare insieme al protagonista Giacomo Nief, leggere tutto d’un fiato questa storia, percorrere crinali di montagna, attraversare luoghi e tempi ancestrali, ascoltare leggende, sentori e suoni della natura, superare paure, diffidenze e oscurità per “tornare a casa”, per chiudere il cerchio.Quel cerchio dove ogni punto di fine può essere un inizio. E viene voglia di ripercorrerlo, di rileggere ancora.
Graziella Branca

“La stanza delle mele” di Matteo Righetto è un libro che relazione il senso di appartenenza con la forma narrativa della montagna. L’autore svela una storia misteriosa nella materia essenziale dello scenario inestinguibile delle Dolomiti, descrive il profumo dei paesaggi, il silenzio enigmatico dei monti, insegue la magia imperscrutabile dei boschi. Spiega l’ispirazione ancestrale dei luoghi attraverso la sfumatura leggendaria dei segreti, la solitudine resistente, il territorio delicato delle parole, l’asprezza ruvida dei comportamenti umani. Il protagonista, l’undicenne Giacomo Nef, vive con il nonno e, da orfano, si scontra quotidianamente con la crudezza dei sentimenti, l’insensibilità all’affetto, l’indifferenza alle emozioni. Lo spirito del bosco diventa il riflesso di una singolare inquietudine, inclina il versante imprevedibile della paura, nasconde il segno impenetrabile della natura velata della montagna e tenta di mostrare il vincolo della verità, oltre l’impronta superstiziosa della storia. La visione di Matteo Righetto è tutta nell’inconscio di Giacomo, che si porterà dietro nella vita, l’abisso della radice cupa del paese, il peso occulto di una scoperta sconvolgente.
Rita Bompadre

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