“La Riga sulla emme” di Raffaele Mangano
Leone Mariani non è un investigatore alla Montalbano, non è neanche un agente segreto dell’FBI, e neanche un giornalista con la passione dell’investigazione. Leone è un personaggio sopra le righe, anzi, sopra la riga…Un personaggio sopra il pentagramma dell’immaginazione, è un camaleonte che assume le forme che desidera performandole al meglio non consentendoci comunque di individuare chi esso sia. Di incasellarlo in una personalità ben definita come siamo soliti fare. È un personaggio con un’intelligenza sopra la “riga”, è qualcuno a cui piace non essere riconosciuto e non a cui non piace essere riconosciuto, che sfugge alle definizioni programmatiche. Ecco perché l’ho amato, perché lui non vuole essere incasellato, brilla e decide quando spegnersi. Meriterebbe una serie tv.
Cettina Concetta Pirrone
Che personaggio Leone!!!
Un libro scritto con profondità e sensibilità, un messaggio di amicizia preziosa che supera il confine del tempo, un personaggio che tutti desidereremmo avere incontrato nella vita. Un libro da assaporare e rileggere più volte. Avevo già letto dell’autore “Il pescatore di tonni”, bellissimo anche quello!!!
Silvana Lari
Inizialmente avevo timore ad iniziare “la riga sulla emme” poiché pensavo parlasse eccessivamente di storia, materia per la quale, purtroppo, non nutro particolare passione.
Tuttavia, nel fine settimana, mi sono ritagliata tutta una giornata e l’ho letto d’un fiato, appassionandomi alla tanto rude, spigolosa e cara essenza di Leone.
Mi piace molto l’abilità dello scrittore nell’utilizzo delle parole, nell’evocazione delle immagini e nel susseguirsi del tempo narrativo, tanto da lasciarmi totalmente sedurre e rapire da tutta la vicenda narrata e da lui, Leone, che tutti avrebbero voluto conoscere.
Chissà se l’autore ha in serbo qualche sorpresa per il prossimo progetto letterario. Di certo i brevi scritti sul profilo social di Mangano paiono incursioni sulla virtuale piazza, e fanno ben sperare tutti i suoi numerosi e affezionati lettori.
E come direbbe Salinger: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere, e tutto quel che segue, vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.”
A prestissimo Raffaele!
Valentina Milanta
Il protagonista è già intrigante di suo: Leone Mariani, realmente vissuto. Percorre i sentieri dell’esistenza a passo leggero, bagaglio leggero. Pensieri pesanti, incontri sorprendenti, amicizie coinvolgenti.
Nel senso che lo coinvolgono in storie che fanno la Storia.
L’autore ne diventa amico per caso e si trova, suo malgrado, a raccoglierne le ultime volontà, in una RSA dove Leone sta per chiudere i propri giorni.
Dovrà fare da esecutore testamentario, laddove il lascito più importante è una scatola di documenti che non deve aprire, ma bruciare.
Il racconto si snoda facile ( la buona scrittura sembra sempre facile, a chi legge) e scorre via veloce.
Ma succede, al lettore, di ripensare a una frase, a una situazione. E partire da lì per sentieri di riflessione tutti propri. Pensieri, digressioni, innescate da certe parole di Leone che scavano dentro. Che lasciano un che di sospeso. E portano a incagliarsi, spesso, in domande senza risposta. Per dirsi alla fine, una volta di più, che il dubbio è salvifico. E che, forse, l’atto stesso di dubitare è esso stesso una risposta. D’altro canto, non è forse questo che deve fare un buon libro?
Lucia Rappazzo