“La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” di Sandra Petrignani
Recensioni
Via Pastrengo 29 è l’indirizzo della casa di Torino di Natalia bambina. E io ci sono stata.
E sì perché un po’ feticista lo sono, e leggendo le annotazioni dell’autrice a pagina 23 mi è nato il desiderio di vedere quella casa ed il giardino di cui si parla in Lessico, di trovare la vasca ormai asciutta nella quale si rifugiava a leggere per sfuggire alle turbolenze famigliari. La vasca non c’è più, ma è rimasto il putto in marmo, che la sovrastava. L’ho fotografato, abbandonato in un angolo tra erbe incolte, come la vita ormai trascorsa di tanti uomini e donne.
In questo libro ho colto l’essenza umana di Natalia o Nat o Nata, come la chiamavano gli amici, e di tutti i personaggi che le erano accanto. Ho incontrato Leone, che le farà conoscere il valore del sacrificio, Cesare, l’amico di cui le rimarrà il rimpianto di non avere compreso il male che lo stava inghiottendo. E poi il dolore per la perdita delle persone care, l’amore per i figli che accresce con la sua consapevolezza della maternità, e quello maturo, per Gabriele. La dedizione al lavoro, la passione per la scrittura, le sue insicurezze e sopratutto il suo carattere schivo ma onesto. Ecco, tutto questo mi è rimasto di questo ritratto, ricco di testimonianze, in cui qualche volta mi sono persa, per poi ritrovarmi qualche pagina dopo, e nel quale ho compreso e condiviso la passione dell’autrice per questo “scrittore” che ha lasciato pagine meravigliose, che dopo questa esperienza vorrò rileggere.
Franca Tamai