“Il quaderno del fato” di Edoardo Guerrini
Se potessi scegliere a quale momento della giornata associare il romanzo di Guerrini, la scelta cadrebbe senza dubbio sull’ora del tè. La scrittura chiara, lineare e concisa (poco più di cento pagine) rende la lettura facilmente “bevibile”. La pausa pomeridiana, a cui noi italiani siamo poco avvezzi ma che, ritengo, essere il momento più maturo della giornata, offre l’occasione di riflettere su quanto è stato o meno fatto fin dal primo mattino; ed ecco, allo stesso modo, il libro è un concentrato di riflessioni, che possono sfuggire nel tram tram quotidiano ma che, con la maturità degli anni, diventano sempre più urgenti anzi necessarie per il Saper Vivere Insieme. Il tutto servito come un buon tè: con una storia emozionante di amicizia e avventura che imbriglia il lettore.
Il quaderno del fato è un romanzo di avventura gradevole e ben scritto, ambientato tra Torino, Marrakech e Samarcanda, in cui i protagonisti sono coinvolti in un intrigo dal sapore esotico e antico che li conduce a svelare alcuni misteri legati alle Quartine di Omar Khayyâm, famoso poeta e scienziato. Il tessuto narrativo, i bellissimi luoghi descritti, le peripezie dei personaggi fanno scorrere veloce e appassionata la lettura. Il ritmo talvolta rallenta opportunamente per dar spazio a digressioni filosofiche che portano messaggi che sembra stiano molto a cuore all’autore: l’integrazione tra culture differenti e la lotta ai fondamentalismi religiosi. La Bellezza delle opere d’arte e dei luoghi magici del romanzo, e la Matematica, che è perno del misterioso intreccio che condurrà i personaggi al compimento della loro missione, assumono la connotazione emblematica della Verità. È solo infatti la Verità, secondo l’autore, il bene ultimo imprescindibile che può liberare il mondo dalle ipocrisie, che sono il Male. Significativo che “Ipocriti” è il nome con cui vengono chiamati i jihadisti nel romanzo. Visione quasi manichea del Bene e nel Male, che trova un suo senso nel codice narrativo a tratti favolistico. Lettura consigliata per trascorrere qualche gradevole ora di intrattenimento, per viaggiare in luoghi esotici che di questi tempi sarebbe impossibile raggiungere, e per scoprire tante altre cose molto interessanti.
Il ritrovamento di un libro scritto in persiano antico dal geniale poeta e matematico Omar Khayyam trasforma la tranquilla vacanza marocchina di due famiglie in una rocambolesca avventura attraverso tre continenti. Da Marrakesch, a Torino fino a Samarcanda i protagonisti dovranno decodificare le quartine di Khayyam contenenti formule matematiche che riveleranno misteri importantissimi per le sorti del mondo e dovranno evitare che il segreto contenuto nel libro cada nelle mani di una setta di fanatici fondamentalisti islamici. Un mix di tensione e mistero che sfocia in un intreccio avventuroso e adrenalinico, degno dei migliori thriller. L’intento dello scrittore, però, è soprattutto quello di far conoscere, attraverso le quartine di Khayyam, la sua idea di fede e convivenza tra i popoli: egli auspica una religione esente da fanatismo e in cui vige il libero arbitrio, una società in cui tutti possano studiare, soprattutto le donne che per lui ne sono il perno. E poi c’è la cultura araba. La descrizione che lo scrittore fa dei luoghi è così vivida che il lettore si sente catapultato tra le viuzze, i suq, le moschee, e , chiudendo gli occhi, gli sembra anche di sentire il sapore e l’odore del couscous e del tajine di agnello. Una buona dose di tolleranza religiosa, un profumo speziato di multietnicità, un pizzico di azione: questi gli ingredienti del bel libro di Edoardo Guerrini. Se siete fan di Dan Brown, questo libro non fa per voi!
Un universo da scoprire, una realtà che crediamo di conoscere quando parliamo di integrazione e/o inclusione. Già nelle prime pagine Il quaderno del fato ci presenta uno scenario dove l’integrazione è un dato acquisito: siamo nel tema dell’amicizia. Gli amici si chiamino Adil e Franco e le amiche Laura e Ayisha. Quelli tra noi che frequentano abitualmente gli immigrati quasi sempre lo fanno per ragioni contingenti: la scuola ( nella classe dei nostri figli ci sono stranieri, il lavoro ( la badante della nonna)… Qui si parla di amici, divenuti tali per affinità e il piacere di scegliersi. Gli amici organizzano una vacanza insieme in Marocco. Franco e Laura a Marrakech si ritrovano immersi nelle vie strette della medina o davanti alla mole della Koutoubia o tra le botteghe del suq, luoghi ben noti a Ayisha e Amed, che interpretano perfettamente il ruolo di colti ospiti. Tutto sembra perfetto, ma all’improvviso accade qualcosa che trasforma la vacanza in un’avventura. Nelle pagine che seguono il ritmo diventa intenso e gli spostamenti dei vacanzieri hanno ben altri scopi. Ciò non impedisce all’autore di descrivere nei dettagli le bellezze del luogo. Ci sono viaggi durante i quali si aprono paesaggi lunari, case di fango, palmeti… Bellissima la descrizione della Valle delle Rose percorsa per raggiungere Yusuf, l’uomo che ci introduce nel mistero del quaderno del fato.
Gli altri protagonisti del romanzo sono i genitori di Adil, quelli di Franco e i figli adolescenti della coppia marocchina. Questi ultimi sono descritti come archetipi della “meglio gioventù” di oggi: i futuri cittadini del mondo. La ragazza risponde a Franco, che le chiede se si sente più italiana o più marocchina, “ e perché dovrei scegliere? Io sono di qui e di là”. Gli anziani, i genitori di Adil e quelli di Franco, invece, portano con sé la storia del passato. Molto belli i riferimenti ad abitudini e comportamenti legati all’origine meridionale dei genitori di Franco. Inevitabile la riflessione sull’eterno migrare…
Il denominatore comune dei protagonisti è l’elevato livello culturale, che permetterà loro di risolvere il mistero del quaderno del fato.
Vorrei ancora sottolineare una scelta felice dell’autore. Quella riguardante l’io narrante, Franco, che si presenta con un basso profilo, quasi per non disturbare il lavoro investigativo-scientifico degli altri attori. La sua attenzione al cibo lo rende molto simpatico e dà una nota di leggerezza al romanzo.
Una trama avvincente e uno stile maturo per Il quaderno del fato di Edoardo Guerrini.