Recensioni a “Il Maestro e l’Infanta” di Alberto Riva

“Il maestro e l’Infanta” di Alberto Riva

Stando un passo indietro, Alberto Riva fa parlare la storia dell’incontro fra Domenico Scarlatti, il maestro, e colei che riuscirà a percepire l’essenza della musica dentro di sé, attraverso l’esercizio e la cura del proprio talento. L’infanta Maria Bárbara di Braganza, figlia del re del Portogallo e poi regina di Spagna, oltrepassa i limiti fisici, dileggiata perfino dal fratello, e ambientali, rinchiusa in poche stanze di un palazzo-prigione, sorprendendo il lettore pagina dopo pagina, divenendo simbolo di libertà, coscienza di sé e cura del prossimo. Tuttavia, la sua statura non emergerebbe senza quel passo indietro che, con l’autore, anche il maestro di musica compie. Domenico Scarlatti è un uomo tormentato, calato in un Settecento tiepolesco non sempre nitido e leggero; il maestro è intrappolato nella figura paterna, eppure attratto da una musica che solo lui saprà cogliere, fare sua e lasciare in eredità. Il sole di Napoli è il sole del Portogallo, il vento e l’oceano, il palazzo reale, le taverne e una casa, custode di spartiti senza esecutore appartengo al loro tempo storico e lo oltrepassano. “Il maestro e l’infanta” è un inno all’essere sodali, all’intendersi al primo sguardo, senza bisogno di parole. Alberto Riva e il suo passo indietro, dunque, consegnano al lettore la consapevolezza che la parola non è tutto.

Annarosa Tonin

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