“Il confine tradito” di Valentino Quintana
Ancka e Mattia Gherdovich, Soldati del IX Korpus dell’armata popolare jugoslava entrano nella città di Trieste. Mentre Mattia diviene vicepresidente del Comitato Esecutivo Antifascista italo jugoslavo e Ancka , dura e spietata, la sua compagna, dirige l’Of, il fronte di liberazione Fedele alla causa titina, Giorgio Gherdovich, fratello di Mattia, con la fidanzata Lucia, rifugiatisi in Svizzera, vogliono disperatamente salvare Trieste e l’Istria dalle mire del generale Tito. Così inizia il romanzo che è il resoconto minuzioso e circostanziato di tutto ciò che accade dal maggio del ‘45 all’ottobre del ‘54 dal punto di vista politico sociale e umano in quelle terre (Trieste, Gorizia, Istria) che pagarono con il loro sacrificio lo scotto di una terribile guerra perduta. E mentre l’Italia sconfitta cercava in qualche modo di ricominciare e di risollevarsi, la Venezia Giulia viveva i suoi momenti più terribili fatti di conquiste, ruberie, attentati, sequestri, stupri, ritorsioni, sparizioni, pestaggi e soprusi verso coloro che manifestavano sentimenti di italianità. Venne effettuata una pulizia etnica che diede luogo all’esodo, ossia al doloroso abbandono di una terra amata visceralmente, sentimento radicato e profondo che gli esuli porteranno nei vari luoghi in cui saranno dispersi.Molto interessante dal punto di vista storico, l’autore analizza le varie sfaccettature delle ideologie e degli stati d’animo dei due fratelli che combattono su fronti opposti ma che sapranno superare le incomprensioni politiche in nome del loro profondo amore per la famiglia e per la propria terra.Scorrevole la scrittura e avvincente la parte romanzata.