“Com’è trascorsa la notte” di Filippo Tuena
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‘ Vieni mio signore, e nel nostro volo dimmi com’è trascorsa la notte’. Così Titania si rivolge a Oberon e così ‘Com’è trascorsa la notte’ si intitola la riscrittura che Filippo Tuena ha fatto della celebre commedia shakesperiana. Difficile sostenere che questo libro che rende cristallina la scrittura colta, raffinatissima e controllata di Tuena, sia un romanzo. Personalmente stento a definirlo tale. E’ un racconto, una narrazione alla quale assistiamo, insieme all’autore e alla sua adorata, figurandoci un palazzo lussuosissimo che forse è il palazzo ad Atene del mitico eroe Teseo, è pure il bosco in cui vivono gli spiriti fatati. Da questo palazzo ‘ricco di saloni e gallerie, torri e terrazzi, giardini e fiori ‘, assistiamo a una pluralità di voci che si incalzano, quelle degli attori, quelle dei personaggi, l’autore, la sua amata, la costumista, l’attore che doveva interpretare Filostrato, Puck o l’attore che lo ha interpretato. E’ un racconto che potrebbe procedere all’infinito proprio come riflette, nelle ultime pagine, dopo gli applausi finali, la costumista: ‘maschere e costumi li rimetto nel baule dei teatranti, perché quel che oggi è finito ricomincia domani, più o meno allo stesso modo’.
Realtà e fantasia si riflettono come in uno specchio proprio come accade anche nell’opera del Bardo. Ma Tuena poi se ne separa, gli è infedele, la usa per raccontare la sua di storia impreziosendola con elevatissime riflessioni e appunti, ‘questioni freudiane’, ‘testuali shakesperiane’ e anche ‘apparentemente semplici’. Una storia che non è necessariamente un ‘e vissero tutti felici e contenti’ ma che vira più verso la tristezza cosmica di Titania. Sparisce la leggerezza del Sogno e compare Thanatos. Amore e morte, le due sponde in cui ci dibattiamo tutti. Non sapremo, alla fine, come sia veramente trascorsa la notte. Rimaniamo sospesi ma con la coscienza che di notti ce ne saranno altre. Così almeno promette l’autore nella bellissima dedica alla moglie con cui conclude il libro, ‘questo libro è per mia moglie, per le notti trascorse e per quelle che verranno’.
Alessandra Tatine del Bailo