Baco è un testo molto particolare, la cui “trama” si inserisce in una storia familiare i cui componenti sono: madre, padre, nonno, il ragazzo protagonista (sordo profondo e iperattivo), suo fratello (QI185, detto Robin Hood), una nonna, o meglio le sue ceneri, una logopedista (la Logo), e un robot, o meglio una intelligenza artificiale (anzi due, Baco, appunto). Si divide in tre parti: inverno, primavera, estate, la stagionalità e i suoi cambiamenti. Questo libro è come entrare in una forma mentis. Spicca su tutto la capacità all’autore di caratterizzare personaggi, i ruoli dei quali sono funzionali alla storia, ma anche ai temi trattati. Disastro ambientale, sfruttamento delle risorse, multinazionali, spionaggio, hackeraggio, robotica, ciber spazio, un libro perfettamente inserito nell’era contemporanea digitale e tecnologica, con tutti i suoi aspetti positivi e negativi. Sartori sfrutta le sue conoscenze e la sua formazione scientifica e ambientalista, ma non trascura i temi sociali, la disabilità, la scuola, la malattia e persino la morte, e la sua elaborazione. Un linguaggio ricchissimo, fatto di metafore e similitudini, di parole e segni, utilizzati mai a caso. Costruito su una serie di salti temporali, la lettura non concede distrazioni. Insomma Sartori, parla di vita, la VITA su questo pianeta Terra, e chiede, con molto rispetto, al lettore di scegliere da che parte stare.
Un nonno dedito allo studio dei lombrichi, una madre apicoltrice, un padre transumanista, un fratello dall’intelligenza smisurata: questa la singolare famiglia nella quale un ragazzino tredicenne, sordo e iperattivo deve misurarsi e muovere i primi passi della propria esistenza. Il protagonista, che è anche voce narrante, incede incerto e acerbo nel mondo assordante e decadente descritto da Giacomo Sartori. Nel tessuto narrativo si dipanano tematiche eterogenee ma strettamente correlate: tra tutte, svetta quella relativa alla disabilità e all’inclusione scolastica. C’è poi la dinamica tra consanguinei: il giovane non udente ha un fratello dal nome ridondante e impegnativo, QI185. Quest’ultimo, nonostante il quoziente intellettivo, è impotente di fronte alla centralina della «stufa intelligente» che proprio non vuole funzionare, perchè «può accendersi solo se i sensori miniaturizzati danno il beneplacito, e se i programmi di regolazione a autoapprendimento sono d’accordo». L’ambivalenza del rapporto uomo-macchina, altra tematica rilevabile nel testo, è presente anche nella figura paterna con la sua illimitata (ma giustificata?) fiducia nell’evoluzione tecnologica. Nel personaggio salvifico e delicato della madre, infine, confluisce la formazione del Sartori agronomo; la donna è sensibile alla difficile condizione delle api, danneggiate dai neonicotinoidi e dalla varroa, ed esattamente come questi piccoli insetti operosi è anch’essa vittima della noncuranza umana: è in coma dopo un incidente stradale.
“Baco”, il romanzo di Giacomo Sartori, Exorma ed., racconta tre stagioni di una famiglia dal punto di vista del figlio piccolo, sordo e con problemi relazionali, che narra, con l’ausilio della Logo(pedista) un brano della sua vita: la madre in coma, buddista e amante delle api, ossessiva e straniante, occupa il posto vuoto del desiderio umano; il padre-ragazzo transumanista e il fratello QI185, genio dell’informatica; il nonno anarchico studioso di lombrichi e le ceneri della nonna nel vaso del limone; il vicino indiano Imida; e poi Baco, un’intelligenza artificiale. Tutto interconnesso, algoritmico: natura e artificio, emozione e ritmo in una prosa, coinvolgente e singolarissima, di scavo e elevazione – trasfonde poesia, come sguardo sul mondo, affilata e affidata a una lingua della terra, delle origini – visiona il futuro prossimo rifuggendo la distopia. Il corpo anecoico della voce narrante traversa, con strappi e lacerazioni, la realtà del microscopico, vibrante di ultrapercezioni, ma pure ampie valli e acuminate vette. Il romanzo pulsa di vita, evoca radici e fronde, reti neurali e intrecci nervosi, futuri pressanti e passati presenti, rizomi e macchine desideranti: un godimento!