“Lo sciamano delle Alpi” di Michele Marziani
Umberto Dei, Nel Nome di Marco, La Signora Del Caviale, cito a memoria per ricordare una piccola parte della produzione di Michele Marziani. Passando da questo sentiero ci regala questo suo nuovo romanzo Lo Sciamano delle Alpi,che conferma la sua capacità di cesellare la pagina scritta come farebbe un orafo. Ad una prima lettura questo suo nuovo lavoro appare semplice e lineare, ad una seconda si avvertono i bivi, le scelte e le smussature che rendono questo libro un ricco campionario dell’umanità, delle differenze e dei modi di concepire la vita, il presente, lo sviluppo umano, gli affetti, i legami familiari, le scelte che ognuno di noi compie. Marziani è capace di inglobare in una storia familiare concezioni di vita fra loro alternative, queste convivono e si osservano, si mettono a confronto dandosi per differenza – in senso batesoniano – un significato complesso. Adrasto e Anfio sono fratelli, entrambi medici, ma tanto il primo è inquieto, nasconde il sacro fuoco della genialità e della capacità di sfidare i limiti della scienza e delle forme riconosciute, quanto l’altro in queste si identifica, né sfrutta opportunità e conformità. Il primo vive in una minuscola comunità alpina mentre l’altro sovraneggia in una Milano efficiente e alto borghese, fatta di cliniche e riveriti primariati; il primo percorre con stolta curiosità la linea che ha tracciato zio Laocoonte ( lo dico per inciso, veggente e gran sacerdote di Poseidone), parente fuori dalle righe, custode della genialità e di conseguenza dell’ ostracistica marginalità familiare che su Adrasto riverbera, così come in Anfio si riflette l’inconscio mandato familiare, quell’Io conformista e borghese paterno che si incarna nel medico in carriera, riconosciuto, riverito e di successo. E’ un continuo rispecchiarsi, riflettersi delle scelte operate dai due fratelli che prende forma, nella madre dei due. Questa sembra essere la tutrice del verbo borghese del defunto marito e della noblesse familiare, ma si comprende quanto ami Adrasto. Colpita dal cancro da lui si fa curare non dal famoso oncologo Anfio, abita la ricca villa di famiglia ma silentemente apprezza le scelte del figlio che vive fra i valligiani mungendo mucche e producendo formaggio e rimedi erboristici naturopati. Lo Sciamano delle Alpi parla al nostro mondo inquieto e contraddittorio in cui le verità si avvertono solo in controluce, spesso sono ignorate, talvolta rimosse o sublimate. In questa storia trovano anch’esse una forma che si incarna in Heidi, bellissima moglie di Adrasto che dopo la morte dello Sciamano anche in lei, “Giano Bifronte”, si scoprirà idonea a ricoprire il ruolo di fascinosa compagna del primario in carriera. Questo romanzo si immerge in profondità che solo una scrittura matura, sapiente, compiuta sa esplorare con leggerezza ma obbliga il lettore a fare i conti con l’immanenza del vivere.
Quattro fratelli, le loro carriere e vite private a confronto, il ritrovarsi da adulti senza conoscersi intimamente e tuttavia, legami che sono più forti dei contrasti, affetti che travalicano rivalità e differenze di carattere. Uno stravagante ed improbabile progetto d’investimento finanziario che li fa riunire nei luoghi della loro infanzia, e frequentare per la durata di pochi giorni, quanto basta per stravolgere il presente di Anfio, il fratello maggiore, e di rivelare aspetti sconosciuti di ognuno di essi, soprattutto scoprire un altro modo di concepire l’esistenza, quella semplice e felice condotta da Adrasto, il fratello di cui non si sapeva più nulla. Fin qui la storia. Ma “Lo sciamano delle Alpi” è interrogarsi sulle relazioni familiari, sul bilancio della propria vita, riflessione su cos’è oggi la medicina e la salute, sentimento di un mondo scomparso, quello privato di quando si è bambini, e quello sociale delle rovine del Novecento industriale e delle sue fabbriche. Marziani snoda la sua storia in luoghi che conosce bene, con una scrittura lieve rende partecipe il lettore dei sapori, dei profumi e dei colori di quella zona d’Italia assai poco frequentata, tra il lago d’Orta e le montagne e valli piemontesi dove ancora “Fuori si intravede un buio avvolgente”. Per me tra i più bei romanzi di Michele Marziani, in cui ognuno può trovare, tra le riflessioni del protagonista, qualcosa che gli appartiene.
È una storia di famiglia, quella raccontata ne “Lo sciamano delle Alpi” di Michele Marziani (Bottega Errante Edizioni). Una famiglia in cui uno dei fratelli si è allontanato dalla società e nessuno ne ha più notizie (o almeno così sembra). Quando per un progetto finanziario sarà necessaria la firma anche del fratello “scomparso”, gli altri tre ne andranno alla ricerca, tra le valli della loro infanzia, in Piemonte. Scopriranno così che Adrasto Beltrame, lo “sciamano delle Alpi”, ha scelto di vivere a contatto con la natura, insieme con la moglie e i tre figli bambini, e che sta morendo per un tumore che gli devasta il volto. Il romanzo diventa un’occasione per riflettere sulle scelte di vita personali, sulle contraddizioni che ciascuno dei protagonisti mette in campo nella propria esistenza, sulle ipocrisie e sui desideri. Gli scontri tra i fratelli, le discussioni e le riappacificazioni raccontano che c’è sempre chi vince e chi perde, ma che il finale di ogni storia può essere sorprendente.