Pubblichiamo qui, in formato eBook sfogliabile, “Omaggio alla terra dove sono nata” di Patrizia Valduga, vincitrice della terza edizione del “Premio Comisso alla carriera per scrittori veneti“.
“Il Consiglio Direttivo del Premio Amici di Comisso ha deciso all’unanimità di conferire il Premio Comisso alla Carriera per Scrittori Veneti 2024, promosso dalla Associazione Amici di Comisso e dal CentroMarca Banca, a Patrizia Valduga per la sua assoluta dedizione alla poesia che è “medicamento” e perdono, perché «La poesia è come l’amore, è nostalgia d’indivisibile.
Entrambi si prefiggono un po’ di perdita di coscienza, un qualche smantellamento di quell’equilibrio infelice che è la nostra identità» (da Lezione d’amore, 2004), per aver saputo essere nella sua poesia e nelle sue traduzioni un esempio unico di classicità e modernità, nel rigore inderogabile di forma e metrica”.
NOTA
Patrizia Valduga è ciò che scrive, in ogni sua cellula. Antiretorica, anticonvenzionale, sofisticata ed essenziale, icastica, sarcastica, vibrante, sapiente, scandalosa e fragile, straziata e dionisiaca, poeta fin nel respiro. È veneta di nascita e di formazione, da quarant’anni vive a Milano ma chiama per nome le montagne bellunesi che frequenta.
L’esordio esplosivo con Medicamenta del 1982 ottenne da Gianfranco Folena un apprezzamento illuminante «rigoroso virtuosismo metrico (ponendola accanto a Zanzotto)… maturità formale »: con quel libro vincerà il premio Viareggio opera Opera Prima Poesia.
Da allora, la sua opera si accresce di titoli che hanno fatto la storia della Poesia italiana, ma la sua voce, così unica anche nella realtà fisica, resta sempre riservata come un canto singolare, mai popolare, una monodia conturbante, per un pubblico di “aristoi”, una koinè di amanti appassionati e conoscitori delle sottili corde del dire.
Valduga esercita nella scrittura l’arte della Poesia nella sua forma classica dove senso, ritmo e suono obbediscono a una metrica severa, indefettibile; l’onda del verso è, sempre, incantatrice.
L’eros e il lutto, inscindibile binomio del dire d’amore, marcano il lungo scrivere versi di Patrizia Valduga, da Requiem, incatenato alla morte del padre un libro “aperto” all’inesaurita memoria di un lutto, al più recente Belluno.
Andantino e grande fuga, dedicato alla città tra le montagne, trapuntato di spirito acuminato e dolente.
Ogni libro, non raccolta di versi ma libro solido e coerente, è costruito secondo una architettura musicale precisa: sonetti, terzine dantesche, ottave, quartine o madrigali, la metrica è signora del verso, non importa se si tratti d’amore, morte, politica o cronaca.
La lingua è sempre puntuale, diretta: aggressiva o vertiginosa, il rigore formale della sua poesia può guardare con disincanto e toccare con una immediatezza cristallina le note più basse del nostro essere nel mondo.
E questa straordinaria qualità della poesia di Patrizia Valduga, quel suo farsi suono, battito e senso, si è messa al servizio della grande poesia straniera, per diventare tramite di bellezza nella nostra lingua.
A Valduga si devono alcune delle migliori traduzioni poetiche pubblicate in Italia negli ultimi decenni: da John Donne a Stéphane Mallarmé, da Shakespeare a Paul Valéry, Ezra Pound, fino al più recente Sade.
Isabella Panfido
PATRIZIA VALDUGA
Premio Comisso alla carriera per scrittori veneti 2024 – Terza edizione
promosso dalla Associazione Amici di Giovanni Comisso e dal CentroMarca Banca.
Finito di stampare il giorno 30 settembre 2024
presso Grafiche Antiga spa, Crocetta del Montello (TV)
su Fedrigoni Old Mill Avorio, 130 g e Fedrigoni Materica Ardesia, 180 g
di questa pubblicazione sono stati stampati 300 esemplari numerati da 1 a 300