Titolo: L’ultimo spenga la luce
Autore: Lauretta D’Angelo
Editore: Cierre
Sinossi: Milano, ottobre 1962. Rientrando da scuola, Laura – una bimba di dieci anni – trova la madre in lacrime davanti al televisore. La donna, preoccupata per quanto sta accadendo a Cuba dopo l’invasione della Baia dei Porci, teme lo scoppio di un nuovo conflitto a pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale che lei e la sua famiglia, come molti altri, hanno vissuto tra mille difficoltà e sofferenze. Prendendo il via dai ricordi della madre, gli eventi narrati s’intrecciano in una sorta di passaggio del testimone con quelli vissuti in prima persona dalla protagonista. Sullo sfondo, la Milano della seconda metà del secolo scorso, con delle aperture alla realtà tedesca e in particolare a quella di Berlino, dove la protagonista si trasferisce per un periodo di studio. La storia culmina con la partecipazione casuale di Laura, ormai adulta e insegnante di tedesco in un liceo di Milano, alle grandi manifestazioni di Lipsia e Berlino che portarono alla caduta del muro e alla fine di un’epoca. Se inizialmente il romanzo ha le caratteristiche di una saga familiare che attraversa alcuni momenti storici del XX secolo, nel corso della narrazione Laura diventa la portavoce inconsapevole della generazione dei nati negli anni cinquanta. Una generazione che, dopo essere passata attraverso il decennio del miracolo economico, ha vissuto il ’68, la musica, le ideologie e i sogni che lo hanno accompagnato, assistendo poi al loro crollo e alla graduale configurazione di una realtà assai diversa da quella che aveva desiderato. Ispirato in parte a eventi e personaggi realmente esistiti, in un intreccio tra realtà storica e narrazione, il romanzo fa rivivere soprattutto un’epoca caratterizzata da grandi cambiamenti sociali e di costume, nei quali la protagonista si inserisce con crescente consapevolezza attraversando momenti di profonda sofferenza personale e altri di indimenticabile passionalità.
Biografia: Lauretta D’Angelo (1952), dottore di ricerca in scienze dell’educazione, ha insegnato per più di trent’anni al liceo e, successivamente, all’università. Ha lavorato come ricercatrice presso l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa per la Lombardia e come traduttrice per varie case editrici. Da molti anni si occupa di apprendimento bilingue ed è formatrice per gli insegnanti che si dedicano a questo metodo di insegnamento. Nell’ambito della sua attività di docente e di ricercatrice ha pubblicato articoli e studi anche a livello internazionale. In particolare s’interessa di ricerca narrativa e biografica, e proprio da questa esperienza è scaturita l’idea di scrivere questo romanzo. È autrice di una raccolta di poesie, Fantasmi bianchi (Firenze libri).