Al professor Luigi Urettini, membro del Comitato scientifico dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Treviso, della redazione della rivista di storia e cultura “Terra e Storia”, studioso della società veneta dell’Otto-Novecento e membro della Grande Giuria del Premio Comisso, la storia piaceva davvero. Meglio, gli piacevano le storie, quelle che a raccontarle dipingono sfondi e disegnano figure nel grande affresco dell’esistenza di luoghi e personaggi.
E ciò fin dagli anni 80 del secolo scorso, quando collaborando con la rivista dell’Istituto Storico Bellunese “Protagonisti” indagava, con particolare attenzione l’origine dell’ideologia populista e il cattolicesimo clericale in questa nostra regione e nell’Italia.
Come testimoniano le numerose pubblicazioni dedicate alla biografia di diversi personaggi della storia veneta, tra i quali uomini politici, religiosi e artisti.
Sapeva intrecciare la loro vita individuale con il contesto culturale e sociale nel quale si erano formati e avevano operato.
Come emerge dalla collana “Profili novecenteschi”, diretta da Mario Isnenghi – dove Urettini racconta la storia di uomini come: “Andrea Giacinto Longhin – Il vescovo di Pio X”; come “Bruno Visentini – il gran borghese” o come “Tono Zancanaro, il pavano-mediterraneo”.
E ancora quella di Francesco Dall’Ongaro (“Tra Mazzini e Verga. Profilo di Francesco Dall’Ongaro”), di Gino Rossi (“L’ultima battaglia di Gino Rossi. Lettere e documenti”), di Andrea Zanzotto (“La formazione di Andrea Zanzotto”), di Vedova (“Emilio Vedova”).
Ma gli piaceva anche spaziare fra i luoghi delle città, di Castelfranco ad esempio, quando scrivendone la Storia nel 1992, segue le vite di aristocratici e di borghesi, di sindaci e arcipreti nelle loro dimore e stanze.
O di Treviso quando ci racconta che arrivato il cinema, nuova “macchina dei sogni”, in città la storia del cinematografo e la storia della Grande Guerra si intrecciano, così come quando la casuale sosta in carcere di Freya Stark, gli permette di raccontare l’istituto della prigionia durante il Fascismo (Niente the per milady. Diario dal carcere di Flora Stark -24 giugno – 15 luglio 1940).
Grande e ripetuto l’impegno dedicato allo studio della personalità e dell’opera di Giovani Comisso. Sullo scrittore trevigiano diversi sono i saggi raccolti nel volume “Giovanni Comisso – Un provinciale in fuga”.
Nel 1985 aveva pubblicato “Il giovane Comisso e le sue lettere a casa (1914-1920)”, la raccolta delle lettere scritte ai genitori dal fronte.
E ultimamente, integrata quest’opera con le lettere che a Comisso scrivevano i genitori, da ‘vita a un singolare esempio di epistolario. Le “Lettere dalla retrovia. I genitori scrivono a Giovanni Comisso (1915 – 1918)” sono un riuscito e originale tentativo di ampliare il punto di vista della raccolta precedente.
Sempre in questa prospettiva di integrazione umana e culturale si deve ricondurre il contributo alla ricostruzione della vita di Guido Keller – Aviatore di ventura, edito da Franco Angeli.
“Ho 75 anni e non proprio tanto tempo davanti a me” mi confidò durante un breve incontro prima delle feste di Natale”. Quasi che la consuetudine di studiare il tempo lo avesse messo sull’avviso…
Francesca Dematté