Luca Doninelli, Le cose semplici

editore Bompiani

Un romanzo distopico che indaga i crolli personali e un crollo collettivo sempre imminente – il rapporto fra individuo e società che si scardina –, un’apocalisse sempre, di poco, rinviata. Da cui osservare in modo più cristallino Le cose semplici.

Sinossi

Anno 2039. Sul pianeta regnano il disordine e il disfacimento. Tutto è già accaduto e i pochi sopravvissuti se ne stanno rintanati in tuguri primitivi.
Prima della fine della civiltà, Dodò, un letterato, aveva incontra a Parigi Chantal, una ragazzina enfant prodige della matematica. I due si erano innamorati, fidanzati, sposati. Lei, poco più che ventenne, se n’era andata in America. Ma il mondo si era inceppato e in un batter d’occhio tutto si era esaurito: niente più petrolio, niente più energia elettrica, commercio né moneta, niente più regole sociali; ovunque solo guerre e carneficine. La crisi aveva colto i due innamorati ai due lati dell’oceano, senza possibilità di comunicare. Per vent’anni i due avrebbero vissuto lontani, lei una vita durissima, lui scrivendo per non dimenticarla.
Finché, dopo tanti anni, Chantal torna in Europa, sia per ritrovare il suo uomo, sia per realizzare un progetto salvifico, l’unico che può far arretrare l’orrore dell’ignoranza e della barbarie: fondare un’università dove si insegna e si mette in pratica ciò che si sa fare e dove si reimparano i saperi che avevano fatto del mondo selvatico e ferino un luogo abitabile e civile.
Le cose semplici è il tentativo di raccontare il cammino dei nostri desideri più comuni ed elementari – e di tutto quello che ci tocca il cuore, fino a straziarci con la sua bellezza o con il ricordo pungente di essa – attraverso la labirintica distruttività del mondo. Il nostro bisogno di vivere una vita che si possa dire umana, di gioia ma anche di un dolore dotato di senso, è minacciato dal potere, dalla superficialità, dal pensiero indotto e dai luoghi comuni.

Libro del giorno a «Fahreneit» di Radio3.

Dicono del libro

Graziella Pulce su «Alias»: «Doninelli porta a piena espressione un discorso profetico, cristiano quanto illuministico, ed erige a sua volta un edificio, un romanzo-cattedrale che è anche un monito sulla necessità di coltivare la memoria dell’essere e del fare per poter ritrovare i saperi su cui rifondare una regolata comunità».

Daniele Piccini su «L’indice»: «Si tratta di un romanzo non a intrigo, ma morale, e, filosofico: una fabula che serve a scandagliare il fondo dell’uomo, rovistando dove tutto giunge a una decisione, a un riconoscimento. Per questo il libro vive di un giudizio acuminato sullo stato delle cose e dell’interrogativo essenziale sulla verità, sul senso ultimo di ogni storia».

Paolo Di Paolo su «La Stampa»: «È un romanzo imponente e misterioso, che arriva a oltre dieci anni dall’ultimo. Ha una lingua semplice e calma […] su una via parallela a quella livida di Houellebecq o dell’asciutta desolazione di La strada di McCarthy».

Gian Paolo Serino su «Satisfaction»: «Un romanzo che rimanda per potenza a Dissipatio H.G. di Guido Morselli (Adelphi), che ricorda Gli Angeli dello Sterminio (Longanesi 1992), un breve romanzo di Giovanni Testori (che ha scoperto Luca Doninelli) ambientato in una Milano apocalittica dove regna proprio “la demenza generale”».

 

L’autore

Luca Doninelli nasce a Leno (BS) nel 1956. Nel 1978 conosce Giovanni Testori, che gli fa scrivere il primo libro, Intorno a una lettera di Santa Caterina (1981). Tra le sue opere narrative ricordiamo I due fratelli (1990), La revoca (1992), Le decorose memorie (1995), Talk show (1996), La nuova era (1999), Tornavamo dal mare (2004), La polvere di Allah (2006).
Insegna etnografia narrativa all’Università Cattolica di Milano; da questa esperienza nasce il volume Cattedrali (2011) e il progetto collettivo Le nuove meraviglie di Milano – di cui sono stati pubblicati i primi tre volumi. Ha vinto, tra gli altri, un Premio Selezione Campiello, un Grinzane Cavour, un Super Grinzane Cavour. È stato finalista al Premio Strega nel 2000.

 

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