Il testo è un breve scritto giornalistico di Giovanni Comisso uscito, con il titolo “L’elzeviro”, sulla Gazzetta del Popolo il 22 agosto 1933.
L’articolo – che poi fu scelto da Enrico Falqui per fare parte della raccolta Nostra ‘Terza Pagina’ (Canesi, 1969), e da allora mai più ristampato – è un divertissement d’autore sul pezzo d’apertura di Terza pagina, croce e delizia degli intellettuali italiani del ‘900, proprio quando, negli anni Trenta, firmare un elzeviro per il Corriere della Sera rappresentava per uno scrittore una medaglia dell’avvenuta consacrazione
Giovanni Comisso (Treviso 1895-1969) è stato uno dei grandi scrittori del nostro ‘900. Spirito anarchico e ribelle (fu a Fiume nel 1919 con Gabriele d’Annunzio), affascinato dalle esperienze più diverse (fu mercante d’arte, libraio, avvocato) e soprattutto dalla libera vita di mare, espresse le sue qualità poetiche nei racconti, nei libri di ricordi e nelle corrispondenze giornalistiche, oltre che nei romanzi. Tra i suoi titoli più famosi: Il porto dell’amore (1925), Gente di mare (1928), i racconti Un gatto attraversa la strada (1955), Attraverso il tempo (1968). Tra i saggi, Capricci italiani (1952) e Mio sodalizio con De Pisis (1954).
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“L’elzeviro”
di Giovanni Comisso
Prefazione a cura di Pierluigi Panza
Collana: Pochi libri per pochi
Formato: 17 x 23
Pagg. 28
Prezzo: 30,00 €
Prima edizione: Ottobre 2022
Pierluigi Panza è giornalista culturale al Corriere della Sera.
La sovracoperta del libro è realizzata da Emilio Isgrò, con un’opera con le sue celebri cancellature.