Il progetto di riedizione dell’opera di Giovanni Comisso da parte de La Nave di Teseo e curata da Paolo Di Paolo, dopo “Gioventù che muove” vede ora l’uscita di uno dei libri più amati dello scrittore trevigiano, “Gente di mare“, capolavoro giovanile premiato nel 1929 con il Premio Bagutta.
Con la prefazione dello stesso Di Paolo (‘Il trionfo della sensazione’) e la postfazione di Benedetta Centovalli (‘Vincere il tempo’), nell’opera si racconta della navigazione, nell’estate del 1922, a bordo di un veliero chioggiotto lungo le coste alto-adriatiche.
E’ il libro della sua affermazione nel mondo letterario – a 33 anni, dopo le esperienze fondanti della Grande Guerra e dell’avventura fiumana, e prima dei grandi viaggi in Europa e nel mondo – quello dove come scrive Centovalli “si costruisce la voce di questo autore radicato nella misura breve (..) che coglie l’attimo e lo solidifica in immagini persone animali piante o oggetti quotidiani – e le fa risuonare della precarietà e vulnerabilità della vita”.
da “Gente di mare” di Giovanni Comisso:
Mi accorsi che la mia vita di terraferma si tramutava in un’altra. E i sogni, ogni notte più avanti sul mare, parevano preannunciare il ritorno della mia vita alla purezza di una volta.
Un libro di iniziazione alla vita e ai viaggi, dalla laguna alla Dalmazia, lungo il corso delle stagioni, dell’amicizia, della giovinezza, tra marinai e pescatori, tra andate e ritorni come le onde del mare.
Per Paolo Di Paolo “Giovanni Comisso procede per accumulo di sensazioni. La commozione felice che suscitano molte sue pagine è data da questo intensissimo, estenuante tentativo di trattenere tutto, di non perdere niente, di cristallizzare nei sintagmi la lucentezza, il brillio, l’impermanenza delle cose”.
La riedizione delle opere di Comisso è promossa dall’Associazione Amici di Giovanni Comisso, che ne detiene i diritti: “la nostra prima missione è di evidenziare il ruolo fondamentale di Comisso nella letteratura italiana, e l’attualità fertile della sua scrittura che continua ad emozionare generazioni di lettori. Siamo contenti e orgogliosi di questo rinnovato interesse per il nostro scrittore, vuol che, con impegno e passione di molti, abbiamo ‘seminato’ e lavorato bene”, dichiara il Presidente Ennio Bianco.
Nel volume anche l’avvertenza dello stesso Comisso nell’edizione del 1966, che ripercorre la storia editoriale dell’opera (che negli anni è stata titolata anche “Al vento dell’Adriatico” (per le Edizioni di Treviso nel 1953) e “Il porto dell’amore” (titolo quest’ultimo dell’opera edita nel 1924 e inserita nell’edizione Longanesi del 1953) che ha visto negli anni aggiunte e tagli di racconti fino a questa ‘ultima e definitiva’ nelle parole dello scrittore.
Quella che i lettori tornano ora a riscoprire a quasi cent’anni dalla prima pubblicazione.