"La grigliata" di Massimiliano Nuzzolo

“La grigliata” di Massimiliano Nuzzolo

«È un’invincibile estate», dice lui. Così, dal nulla.

«È un’invincibile estate», risponde lei e gli sorride, sdraiata sull’erba. Il sole cuoce lento la loro pelle ancora lattiginosa. Le loro braccia si sfiorano producendo piccole scosse elettriche. Sullo sfondo il padre di lei. Armeggia con il barbecue nuovo di zecca posizionato a effettoin un angolo del giardino. La madre dà gli ultimi ritocchi alla tavola facendola assomigliare alle foto di una rivista patinata. Chiacchiera rumorosamente insieme agli ospiti già arrivati per la grigliata. Come d’abitudine, le sue parole destinate a persone assenti, suonano cariche d’odio e di scherno. Gli ospiti ridono incuranti.

«Siamo come pescibanana», dice lui sollevandosi su un braccio e prendendola in giro.

Lei ride, riconosce le parole. «Addio triste lunedì», ribatte.

«Non sarà mai lunedì per noi…», dice un po’ accigliato lui. Prende un filo d’erba e glielo passa sul viso. Scoppiano a ridere come stupidi e si baciano. L’erba su cui sono sdraiati conserva ancora un po’ di fresco e pullula di vita. Una coccinella gli sale sul polso. Delicatamente la posa sulla pancia di lei, accarezza quella rotondità che è il suo mondo. China il capo e la bacia, cerca di sentirci dentro il battito prezioso, mentre la coccinella silenziosa riprende il volo.

A pochi metri la carne sfrigola sulla brace e gli schiamazzi festosi di adulti e bambini si sprecano.

«Perché siamo qui?», le chiede. Lei non risponde.

In quel momento legge nei suoi occhi uno strano buio. Solo una sensazione. Il tappo di prosecco stappato rumorosamente da qualcuno rimbalza e raggiunge il selciato finendo nell’erba a pochi metri da loro. Anche lui pare rabbuiarsi.

«È il giorno perfetto per lasciarsi andare, dare fuoco ai ponti, barche… e altri mondi tristi che conosci. Per esplodere ghignare ridacchiare bearsi passare oltre saltare cantare gridare. Per scatenarsi… Butta via la tristezza, la malinconia… Strappa le pagine con le brutte notizie… Trasforma tutto in rosso e il sogno è completoPer essere felici…», dice quasi cantilenando.

Lei guarda il cielo, poi lui, spalanca gli occhi. «Ma come parli? Sembrano le parole di una canzone… Sei completamente pazzo», dice inarcando le labbra in un mezzo sorriso. «E poi… il rosso è il colore della rabbia…»

«Il rosso è il colore del fuoco… dell’Amore», risponde lui.

«E dove vorresti andare?», replica lei con un tono di voce indecifrabile, facendo cadere nel vuoto le sue parole.

«Lontano da qui.»

Rimane zitta.

«È giorno perfetto per mandare tutto a quel paese. Per ballare come se non sentissi il ritmo e non ti importasse assolutamente di cose come i tuoi piedi… per essere felici…», riprende lui.

Lei sorride, ma si vede che non è d’accordo. Uno strano velo sembra esserle calato sugli occhi azzurri che fino a un attimo prima sembravano imitare perfettamente il cielo.

Qualcuno chiama. «È pronto.»

Lui l’aiuta ad alzarsi e in silenzio, passo dopo passo, si avvicinano alla tavola dove tutti hanno preso posto. I genitori di lei, i loro amici e una semi ammaestrata torma di figli. I calici tintinnano già colmi di vino tra i sorrisi d’occasione. Il profumo di carne grigliata riempie l’aria mentre l’enorme vassoio si avvicina. La voce del padre di lei rompe il patto silenzioso con la natura, nemmeno la madre smette un attimo di parlare. Lui resta zitto in piedi accanto al tavolo. Sposta la sedia per farla accomodare. Il cielo azzurro si è oscurato, strisciato dalle nuvole che corrono dipingendo figure immaginarie. Pensa ai dragoni dell’antica Cina. E con una voce appena percettibile le chiede: «Sei sicura? Oggi è un giorno perfetto per guardarsi indietro e dare un bacio d’addio a tutto, per abbandonare le preoccupazioni, la vita e tutte le cose che ti fanno piangere… Per essere felici…»

Lei lo guarda come se guardasse un estraneo e mentre si siede gli sussurra all’orecchio: «È troppo tardi, avremmo dovuto farlo prima…».

«Per me sbagli, vorrei dimostrartelo», risponde, ma le parole gli si spengono tra le labbra. Qualcuno gli ha messo in mano il vassoio carico di carne. È pesante.

Guarda tutti per un attimo. Tenta di passarlo quando gli sfugge volando sopra le teste dei commensali, davanti alle loro facce incredule. La carne sembra esplodere nell’aria per poi ricadere sulla tovaglia, a terra.

Il silenzio si fa imbarazzante. La madre di lei lo guarda con disprezzo. O almeno così gli pare. Il padre ha un’espressione cupa in volto. Lei tiene gli occhi bassi.

E lui percepisce nuovamente l’odio. Un odio che quella famiglia sa donare agli altri, senza alcuna esitazione. Gli era stata concessa una tregua in virtù del tacito patto che lei porta in grembo. Una vita in cambio di una vita. Imperdonabile.

Solo uno degli ospiti prende le sue parti, apparentemente comprensivo abbozza un sorriso: «Non preoccuparti. Rimettiamo tutto sul fuoco per un minuto». Gli altri non dicono una parola. Nemmeno i bambini.

Lui impacciato raccoglie la carne da terra. Riempie il vassoio. Lo restituisce. Si siede in silenzio accanto a lei e non parla più. Prende il calice e tenta di sorridere. Il vino rosso scende dolce annebbiandogli i pensieri, si legge nei suoi occhi. Guarda la carne arrostita ritornare a tavola, ma non prova alcuna fame ora. Anzi sente di scollarsi da tutto, come un post-it che cade dal frigo e raggiunge il pavimento. Senza fare alcun rumore. È decisamente il momento giusto, pensa, il giorno perfetto per buttare indietro la testa e con un bacio dire addio a tutto…

Tratto da “Ti racconto una canzone” a cura di Massimiliano Nuzzolo in collaborazione con Eleonora Serino (Arcana Edizioni).

Le canzoni che ascoltiamo, a volte per caso, a volte per scelta, spesso rimangono dentro di noi e ci accompagnano per tutta la vita. Questo libro nasce con l’idea di raccontare un momento particolare, delle emozioni, dei ricordi, e ovviamente una canzone che è legata indelebilmente a essi. Un universo sonoro che scorre accanto a noi, nei modi più disparati, per accompagnare la nostra vita. E senza scomodare Charles Baudelaire, di certo la musica come arte ha qualcosa in sé di più “diretto”, più potente e coinvolgente di tutte le altre arti. In questo libro più di quaranta autori e autrici, di ogni età, noti e meno noti, esperti o meno esperti, coinvolti da Massimiliano Nuzzolo, coadiuvato da Eleonora Serino, raccontano con passione la loro canzone: un modo personale di raccontare le emozioni che va oltre la canzone stessa.

Massimiliano Nuzzolo
Romanziere veneziano (L’ultimo disco dei Cure, La verità dei topi, Fratture), ha curato per Mursia La musica è il mio radar. Collabora con «Il Gazzettino» e con «Rockerilla».

Eleonora Serino
Milanese scappata in Valbormida, è freelance in diversi ambiti. Amante di tutte le forme d’arte, appassionata di animali, supereroi e cioccolata fondente, collabora con «Rockerilla».

Con i testi di Lucio Angelini, Gianluigi Bodi, Andrea Brancolini, Rino Bregani, Annalisa Bruni, Marta Cai, Luca Caviglione, Giovanni Cocco, Francesco Consiglio, Enrico Corradini, Giuseppe Costigliola, Eugenio Delmale, Francesco Dezio, Marco Drago, Edoardo Ghiglieno, Marco Innamorati, Franz Krauspenhaar, Nicolò La Rocca, Massimiliano Maestrello, Andrea Martina, Guido Michelone, Elena Marrassini, Michele Monina, Raul Montanari, Gianluca Morozzi, Ivano Mugnaini, Domenico Mungo, Chiara Negrini, Massimiliano Nuzzolo, Sandro Ossola, Angelo Petrella, Luca Pasquinelli, Marco Patrone, Luca Ragagnin, Sergio Restagno, Paolo Restuccia, Alberto Rimini, Umberto Rossi, Eleonora Serino, Ugo Sette, Marco Steiner, Leo Taverna, Stefano Trucco, Filippo Tuena, Lorenzo Vargas, Carmelo Vetrano.

Immagine in evidenza di Min An – Pexels.com

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