L’ assessore Colonna Preti: “È uno scrittore che incarna il 900”.
La querelle.
Una proposta. E una battuta d’arresto.
L’idea dell’associazione Amici di Comisso di intitolare allo scrittore trevigiano scomparso la biblioteca cittadina di Borgo Cavour non ha sortito l’effetto sperato.
L’amministrazione comunale ha, infatti, declinato l’invito a pensarci.
E, per bocca dell’assessore Lavinia Colonna Preti, ha fatto sapere all’associazione che è aperta ad accogliere altri suggerimenti.
Ma quella no, perchè la biblioteca, esempio architettonico ottocentesco, non troverebbe ragioni filologiche per “sposarsi” con lo scrittore, esempio invece di letteratura novecentesca.
LA VOCE A FAVORE
Di diverso avviso Alessandro Cinquegrani, trevigiano, professore a Cà Foscari di letteratura comparata ha pubblicato il romanzo “Cacciatori di frodo”, finalista al Premio Calvino e candidato al Premio Strega. “Comisso è stato lo scrittore più rappresentativo di una Treviso che non c’è più. Una città definita “piccola Atene” per il fermento culturale che vi si respirava. Sarebbe bello pensare che le due biblioteche cittadine, quella centrale e l’ex Gil, potessero essere intitolate a due scrittori trevigiani. L’ex Gil è già stata accostata a Zanzotto. Perchè non intitolare la biblioteca centrale a Comisso? È stato un autore importante per l’identità culturale di Treviso e la sua città potrebbe così sdebitarsi onorandone la memoria”…
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