Mostra: Mario Sutor. Presenze – Immagini e Parole per ricordare Giovanni Comisso
Mario Sutor, imprenditore (è stato cofondatore della Società “Cotto Veneto”), artista, curatore e animatore di esposizioni d’arte, è da sempre un appassionato collezionista di opere d’arte e di volumi rari e preziosi.
In particolare questa sua passione lo ha spinto a raccogliere un numero ineguagliabile di materiali (volumi, foto, recensioni, articoli di giornali e riviste ecc.) che riguardano Giovanni Comisso, grande scrittore italiano.
Una parte di questi materiali fotografici verranno esposti sabato 1 ottobre a Palazzo dei Trecento in occasione della cerimonia finale del Premio Letterario Giovanni Comisso, Regione Veneto – Città di Treviso in una mostra che avrà per titolo “Presenze”.
Un titolo a plurale perché se gran parte di queste immagini riguarderanno la figura centrale di Giovanni Comisso, altre coglieranno le presenze di importanti personaggi della scena culturale italiana giunti a Treviso in occasione del premio Letterario, che quest’anno giunge alla sua XXXV edizione.
Tutto ciò a testimonianza della vivacità della vita culturale trevigiana oltre che della puntualità e dell’amore con la quale il curatore -“raccoglitore” ha saputo preservare questa magnifica storia.
Franco Caramanti ha incontrato Mario Sutor e lo ha intervistato sul come è stata pensata e ideata la mostra.
R: La mostra è stata pensata per rendere omaggio a un amico di famiglia: Giovanni Comisso. Dagli anni Sessanta seguo il mondo dell’arte e della cultura. comisso era amico di mio padre dagli anni Trenta / Quaranta.
Con lui si andava spesso a fare delle gite sul Montello, a Venezia, a Chioggia, anche in compagnia di un altro amico, il pittore Yuti Ravenna.
D: Ma tu hai anche frequentato la casa di Comisso?
R: Frequentavo la casa di Comisso, a Santa Maria del Rovere.
Fu lì che conobbi Goffredo Parise una volta e Tono Zancanaro un’altra. comisso mi fece consultare il suo archivio e mi prestò diverse corrispondenze da studiare e fotocopiare.
Erano lettere di Saba, Svevo, Bartolini, Ojetti, Montale.
D: Allora frequentavi l’Università?
R: Ero studente di Lettere Moderne a Padova dal 1966.
Seguii un corso monografico su Comisso, tenuto dal professor Giorgio Pullini.
Fu così che, parlando con Pullini dell’archivio conosciuto, pubblicai le lettere inedite Saba, Svevo, Comisso (1969).
D: Come nasce la tua collezione?
R: La mia collezione di documenti e autografi, risale agli anni Sessanta.
Poi ho continuato a raccogliere per tutta la vita.
Questa passione l’ho respirata in famiglia.
Mio padre raccoglieva opere e immagini d’arte e conservava la terza Pagina del ‘Corriere della Sera’ e del ‘Gazzettino’ con gli articoli che riteneva più interessanti.
Ora li conservo io.
Sono di Barzini, Buzzati, Vergani, Comisso, Montanelli, Bargellini ecc.
D: Hai mai scritto nulla su Comisso?
R: Nel 1969 la casa editrice Longanesi mi affidò l’incarico di curare l’epistolario di Comisso.
Cominciai a scrivere a scrittori e artisti suoi amici, che mi inviarono diverse lettere.
Conservo quindi, di questi anni, corrispondenze con Letizia Fonda Savio (figlia di Svevo), Linuccia Saba, Pier Paolo Pasolini, Aldo Palazzeschi, Pietro Chiara, Aligi Sassu, Gregorio Sciltian, Gian Francesco Malipiero, Leonida Repaci, Giuseppe Berto, Milena Milani, Mario Soldati, Toti Dal Monte, Giuseppe Cardazzo, Orsola Nemi, Elio Bartolini, Ruggero Orlando, Silvio Branzi, Diego Valeri ecc.
D: Che cosa hai ancora nella tua “stanza delle meraviglie”?
R: Il mio archivio è costituito, oltre che dalle lettere, da autografi, fotografie, disegni, libri, quadri, sculture, libri d’artista, un concerto di valori da studiare, da tramandare per costruire una memoria.
Franco Caramanti