di Alessandro Comin.
L’Anniversario. A cinquant’anni dalla scomparsa del grande scrittore.
L’associazione degli Amici a lui dedicata digitalizza oltre 15mila manoscritti, articoli, fotografie e disegni. Riscoperti i rapporti con Vicenza, Bassano e Asiago.
Morì in un letto d’ospedale, ridotto all’immobilità in seguito a un’ischemia devastante: triste contrappasso di una vita sempre presa a morsi golosi. Morì pochi giorni dopo aver ricevuto la visita di Goffredo Parise, uno degli amici-discepoli prediletti, al quale aveva insegnato che “la nostra narrativa è legata a questi cieli veneti, e a questi paesaggi”.
Giovanni Comisso morì 50 anni fa, il 21 gennaio 1969, e l’associazione Amici a lui intitolata, presieduta da Ennio Bianco, lo ricorda con un ambizioso progetto condotto in collaborazione con la Biblioteca civica e il Rotary club Treviso: la digitalizzazione del suo sterminato archivio, che comprende i manoscritti originali dei romanzi e oltre 15mila tra lettere, appunti, disegni, fotografie e articoli di giornale, che appena possibile saranno consultabili dal pubblico.
Ma servono fondi per il completamento e il Comune di Treviso, con l’assessore Lavinia Colonna Preti, si sta attivando.
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