Cinquant’anni di arte tipografica festeggiati da Grafiche Antiga nel modo più congeniale: ideando e stampando “Tipoteca Una storia italiana”. Un volume che è una vera opera, un omaggio alla bellezza del libro e della tipografia.
Connubio tra passione e artigianalità, estro creativo e professionalità, inchiostri e carte e soprattutto testimonianza di un’attività imprenditoriale che con lungimiranza e sensibilità ha salvato gli strumenti di un’arte antica.
Silvio Antiga, assieme ai suoi fratelli Franco, Mario e Carlo, nel 1968 ha dato vita a Grafiche Antiga. Cosa è rimasto immutato da allora?
La vocazione per il bello. Sin dagli esordi ho cercato negli apprendisti tipografi l’attitudine al bello, all’estetica.
Ho sempre chiesto che indagassero dentro di loro per sincerarsi che avessero questa propensione.
La persona che si dedica alla tipografia deve avere la predisposizione a diventare una sorta di architetto della pagina, capace di scegliere i caratteri, la carta.
Nel frattempo, però, la tipografia è profondamente cambiata e lei ha deciso di intervenire per salvaguardarla. Come?
È iniziato tutto poco meno di trenta di anni fa. I nuovi sistemi di stampa stavano stravolgendo un’attività rimasta inalterata per cinquecento anni. Molti tipografi non riuscivano più a stare al passo con l’avvento delle nuove tecnologie e decidevano di cessare l’attività.
Il patrimonio storico e artistico della tipografia rischiava di andare perduto e allora decidemmo di inviare una lettera a tutti i tipografi italiani, chiedendo di non buttare via la loro storia, le macchine da stampa, i caratteri, le attrezzature e i documenti.
Passammo i dieci anni successivi a far visita ai colleghi di tutta Italia e ad acquistare i caratteri di metallo e legno, punzoni e matrici, torchi e macchine da stampa e da legatoria. Insomma, gli strumenti di un mestiere che mette in dialogo manualità creativa e intelligenza artigianale.
È così che nacque l’idea di conservare l’antica cultura della tipografia e di dare vita alla fondazione?
Il legame con questo tipo di arte è insito nella nostra bottega che ha avuto la fortuna di nascere vicino a Venezia, culla della tipografia, e vicino a Bassano del Grappa, terra dei Remondini, di cui custodiamo un paio di legni: un bel giudizio universale, due santi e un gioco della “pissota”.
Nel 1995 decidemmo di dare ufficialità alla raccolta portata avanti negli anni e costituimmo Tipoteca italiana Fondazione, con lo scopo di promuovere e divulgare il patrimonio, anche attraverso la creazione di laboratori didattici i cui obiettivi sono quelli di riproporre un mestiere in estinzione.
Il laboratorio oggi brulica letteralmente di gioventù e quella di far rivivere a livello artigianale e artistico i caratteri e la stampa è una grande soddisfazione.
A proposito di giovani e di divulgazione, chiediamo a Michela Antiga, in qualità di appartenente alla seconda generazione e nella veste di responsabile della comunicazione e delle relazioni istituzionali, di raccontare Tipoteca italiana.
Tipoteca italiana, Museo della Stampa e del Design Tipografico è più di una realtà museale: è archivio, stamperia, biblioteca, galleria e auditorium; uno spazio di lavoro che ospita diecimila studenti all’anno.
Un trait d’union tra imprenditoria e luogo deputato alla cultura. Racchiude il fascino stesso della tipografia: mettere in dialogo professionisti e arti diverse.
Cultura declinata in chiave locale e anche internazionale?
Certamente. Tipoteca Italiana, fondazione privata sostenuta da Grafiche Antiga, sorge in un contesto storico e artistico unico, ricco di cultura, e ben rappresenta – anche nella sua veste architettonica – il legame con il territorio.
D’altra parte in Tipoteca si incontrano designer, docenti e studenti universitari provenienti da tutto il mondo, che arrivano a Cornuda, per visitare il museo, consultare gli archivi dei caratteri e stampare con macchine originali provenienti da tutta Italia.
Stampare direttamente in museo?
Sì, le macchine da stampa esposte, risalenti all’Ottocento e Novecento italiano, sono perfettamente funzionanti.
Mentre gli archivi di caratteri in piombo e in legno sono tra i più importanti a livello internazionale.
Non dimentichiamo che la tipografia e i caratteri sono l’espressione del proprio tempo. Questo è il fascino della tipografia: la sua trasversalità nelle arti. Raccontare un carattere è presentare un periodo storico nelle sue diverse espressioni artistiche.
Fascino esaltato anche dal contesto in cui la tipografia viene raccontata.
La sede di Tipoteca – che include la biblioteca con i suoi 5mila volumi, la galleria con 40mila spartiti del repertorio classico e popolare italiano e la stamperia – occupa lo spazio dell’ex chiesa di Santa Teresa a Cornuda e l’adiacente foresteria.
Sono edifici che erano parte dell’ottocentesco Canapificio Veneto, un complesso sorto nel territorio di Crocetta del Montello. Il museo quindi è anche un esempio di archeologia industriale.
Il rapporto tra Grafiche Antiga e Tipoteca Italiana è un concreto esempio di impresa che fa cultura, intesa come impegno per la divulgazione di un patrimonio nazionale di valenza internazionale, che va oltre la storia della stampa e del libro, per promuovere i tanti contenuti della comunicazione visiva contemporanea.