Premio letterario Giovanni Comisso

“Album dei rimorsi” di Furio Bordon

Titolo

Album dei rimorsi

Autore

Furio Bordon

Editore

La nave di Teseo

Sinossi

La prima foto di questo album evocato ritrae il narratore a nove anni, schierato con i suoi compagni di scuola, e lo fa ripensare a quel Borlotto, di famiglia povera, taciturno e impacciato, che era “l’asino della classe”. La seconda, simbolo di un rimorso tra i più cocenti, lo riporta alla nonna materna, affezionatissima a lui, ma crudelmente bistrattata a sette anni durante una festicciola di bambini. La terza è per una ragazzina conosciuta in un collegio di montagna, nei confronti della quale il protagonista attua una vera e propria persecuzione. E ancora: una compagna dall’amore limpido e generoso, abbandonata per altre egoistiche fascinazioni, uno zio concertista misconosciuto, solitario e snob, trascurato proprio alla fine della sua vita. I genitori, verso i quali il senso di inadeguatezza è più pesante e non lascia scampo. Queste sono solo alcune istantanee di una galleria di fotografie tenute insieme da un unico elemento: il rimorso. Quello verso familiari, amici, o anche semplici conoscenti, nei confronti dei quali il narratore si è macchiato di piccole crudeltà, comportamenti insensibili e omissioni. Un racconto che, come un filo sapientemente intrecciato, attraversa e lega ritratti e aneddoti, un flusso di coscienza privo di compiacimenti, estroso e sarcastico, interrotto solo – o scandito – dalle battute irridenti di un misterioso, implacabile accusatore. Una narrazione capace di commuovere nel momento stesso in cui fa sorridere, la storia di una intera vita – reale o immaginata, poco importa – che ha per obiettivo finale una resa dei conti con azioni del passato sentite e sofferte come imperdonabili colpe. Quelle colpe che ognuno, nella propria vicenda umana, è costretto prima o dopo ad affrontare.

Biografia

Furio Bordon è nato e vive a Trieste. A ventisei anni lascia la professione di avvocato per dedicarsi al lavoro teatrale. Regista e scrittore, ha diretto il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, il Teatro Romano di Trieste, il Mittelfest Prosa di Cividale.
La sua narrativa comprende: A gentile richiesta (1974 e 2009, finalista ai premi L’Inedito, Sila, Viareggio), Il canto dell’orco (1985 e 2007, finalista
al premio Dessì), La città scura (1994), Stanze di famiglia (2016, premio Settembrini), Il poeta e il suo mostro (2024). I suoi testi teatrali, rappresentati in Italia e all’estero (primo fra tutti Le ultime lune, portato al successo da Marcello Mastroianni e tradotto in venti lingue), gli hanno valso i seguenti riconoscimenti: Prix du Theatre 1998 a Bruxelles, in Italia premio IDI 1994, premio internazionale Flaiano 2010 e premio internazionale Volterra 2019.

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