Titolo:
Alberto Bevilacqua. Materna parola
Autore:
Alessandro Moscè
Editore:
Il Rio
Sinossi:
“Alberto Bevilacqua. Materna parola” ripercorre la storia umana e artistica di uno dei maggiori scrittori e registi italiani del secondo Novecento. Alessandro Moscè, che lo ha frequentato a lungo, racconta Bevilacqua a partire dalla sua umanità, narrandone l’infanzia, la famiglia, le abitudini, gli amori e la vita tra Parma, l’Oltretorrente, il Po, Roma e la casa di Vigna Clara; ma Moscè ricostruisce anche i grandi incontri di una vita: Attilio Bertolucci, Zavattini, Sciascia, Ligabue, Chaplin, Borges, Tognazzi, Romy Schneider, Manfredi, Berger, Ionesco, Paolo VI. Non può poi mancare un’analisi della vita letteraria e artistica di Bevilacqua, offrendo un quadro critico della sua poetica sospesa tra i luoghi, l’esilio, l’eros, i sogni, la cosmologia.
Biografia:
Alessandro Moscè è nato ad Ancona nel 1969 e vive a Fabriano. Si occupa di letteratura italiana. Ha pubblicato varie raccolte poetiche, tra cui si ricorda Hotel della notte (Aragno 2013, Premio San Tommaso D’Aquino). è presente in varie antologie e riviste italiane e straniere. I suoi libri di poesia sono tradotti in Francia, Spagna, Romania, Venezuela, Stati Uniti, Argentina e Messico. Ha pubblicato il saggio narrato Il viaggiatore residente (Cattedrale 2009) e i romanzi Il talento della malattia (Avagliano 2012), L’età bianca (Avagliano 2016), Gli ultimi giorni di Anita Ekberg (Melville 2018, finalista al Premio Flaiano). Ha dato alle stampe antologie di poeti italiani contemporanei, come The new italian poetry (Gradiva 2006), e saggi critici, come Luoghi del Novecento (Marsilio 2004). Si occupa di critica letteraria su vari giornali e quotidiani, tra cui ricordiamo “Il Foglio”. Ha ideato il periodico di arte e letteratura “Prospettiva” e dirige il Premio Nazionale di Narrativa e Poesia “Città di Fabriano”.