L’aria è diversa ai piedi delle Dolomiti bellunesi. Pulita, fresca, dolce. Sembra di ricalcare un verso del Trecento, e non si è poi così distanti se l’oggetto del racconto è un’azienda come Unifarco, che il valore della poesia sa coltivarlo dalle origini. Nell’immensa sede di Santa Giustina (25.500 mq di stabilimento produttivo, laboratori ed uffici), ultimo approdo di un percorso inesauribile, si esplica e conserva la storia di una realtà fatta di sogni e sfide, di coraggio e inventiva.
Chiunque deplori oggi la rarità di un orizzonte imprenditoriale “umanistico”, o meglio improntato all’equilibrio di produttività e arte – nel senso ultimo, più intimo del termine – non può che ricredersi dinnanzi all’impegno di Ernesto Riva, fondatore dell’azienda insieme a Massimo Slaviero, l’attuale CEO. Presidente in carica, “farmacista di paese” come ha amato definirsi, Riva eredita il mestiere dal padre, titolare di una farmacia a San Pietro di Cadore (BL). Il suo percorso inizia tra alambicchi e bilancini, in quegli anni Settanta gonfi di furore ed utopia, in cui il valore dell’amicizia, il senso della comunità sono principi fondamentali.
Il rapporto con Slaviero è strettissimo; figli di professionisti del farmaco, amici, alleati, i due danno vita a un sogno partendo dal retrobottega, che poi è un piccolo antro delle meraviglie, il luogo in cui il farmacista realizza i suoi preparati. C’è una foto che li ritrae insieme, scattata nel 1982. È riprodotta su una delle pareti dell’attuale stabilimento, a ricordare per sempre il punto di partenza, a mostrare come le storie abbiano inizi imprevisti, fatti di bagliori che divampano in fiamme.
Il progetto di Riva e Slaviero è ambizioso, con una parola oggi svuotata di senso diremmo “visionario”. L’idea è quella di coniugare salute e bellezza, cura della pelle in senso dermocosmetico ed estetico. Un’intuizione che funziona, anche se all’inizio nessuno ci crede: «La cosmesi era considerata una branca di serie B» racconta Riva «il farmacista la trattava con una certa riluttanza, come fosse qualcosa di giustapposto al prodotto medicinale. Io e Massimo abbiamo sentito l’urgenza di porre fine a questo scarto, di mostrare come, attraverso il galenico, sia possibile dare alla cosmesi un valore aggiunto».
È la scelta che dà vita al cambiamento. I due amici e colleghi si informano, mettono insieme le competenze, intuiscono che la forza del progetto sta nelle relazioni, nel sistema di rapporti da intrattenere con i farmacisti. Il piano è ingegnoso; creare prodotti il cui marchio esposto sarà quello delle farmacie, sì da instaurare un legame alla pari, che superi la categoria produttore-compratore. Ci credono, Riva e Slaviero, il primo elabora le formulazioni e il secondo va in giro a venderle. «Non è stato facile convincere i colleghi, inizialmente avevano molti dubbi. Fondamentale si è rivelato l’aiuto dei nostri padri, che hanno attivato le proprie reti relazionali». Così, nel giro di poco tempo, Slaviero e Riva inaugurano un percorso puntellato di passione, ricerca scientifica, dedizione, impegno. Con un pizzico di “letterarietà”.
Ha infatti il sapore dell’epopea questa storia di farmacisti uniti da un progetto comune. In una stanza affacciata sulle montagne Ernesto Riva ci affida un volume; la copertina è rigida, dai colori pastello, al centro ha stampato la scritta Unifarco Story. Sullo sfondo, la sede di Santa Giustina, in primo piano quattro uomini in abiti eleganti, e dietro tante persone in camice, sorridenti, felici. È una graphic novel, la narrazione a fumetti di un sogno che dura da quarantadue anni.
«Ho pensato al disegno come una forma libera, accessibile a tutti» dichiara Riva. «L’incontro con il direttore della Scuola di Fumetti di Milano è stato propizio in tal senso. I ragazzi impegnati nello studio di quest’arte si sono messi al lavoro e hanno realizzato un libro che è un piccolo gioiello creativo. Un’idea nuova per raccontare, in fondo, qualcosa di molto antico, perché quella farmaceutica è una tradizione da tramandare». Ne è talmente convinto da aver voluto, nello stabilimento Unifarco, un angolo in cui è ospitata un’antica farmacia ottocentesca, ricostruita grazie ad arredi e contenitori originali, selezionati da esperti coordinati dallo stesso Riva. Qui è possibile raccogliere e catalogare i medicamenti, i ricettari tipici degli ultimi secoli e tutti gli strumenti atti a conservare e divulgare quest’antichissima arte: «Per me è una sorta di museo, lo spazio in cui il farmacista può riscoprire il suo mestiere, capire che da qui si è partiti e qui sempre si torna, tra preparazioni e tanto studio».
Il futuro ha un cuore antico, sembra dirci Riva, e non è un caso che la sede dell’azienda ospiti e curi la redazione di “Atti e Memorie”, la rivista dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia voluta da Cristoforo Masino e pubblicata dal 1984 con cadenza quadrimestrale. Unifarco invia gratuitamente una copia alle farmacie interessate, alle maggiori biblioteche e alle facoltà universitarie di Farmacia. Così come conserva un patrimonio ricchissimo di manoscritti, documenti e testi scientifici raccolti in una Biblioteca Virtuale che trasuda secoli di storia.
Non c’è aspetto di questa realtà che non appaia intrecciato con la passione per il mestiere, con una cura del dettaglio che procede anzitutto dalle relazioni, dall’importanza di farsi comunità, nella convinzione che un progetto funzioni laddove c’è armonia, un proficuo incastro di competenze. Così nel 1994 l’azienda si accresce della professionalità dei farmacisti Luigi Corvi, attuale Sales & Marketing Vice President, e Gianni Baratto, Science & Research Vice President. E poi le collaborazioni con gli atenei, da Milano a Barcellona, da Napoli a Marsiglia.
Il nucleo pulsante, tuttavia, resta il rapporto con le farmacie, ad oggi più di 6400 in 6 paesi europei oltre all’Italia (Germania, Spagna, Francia, Austria, Belgio, Svizzera,), con 21 brevetti sviluppati e 61000 prodotti confezionati ogni giorno. Oltre ai prodotti e ai servizi diagnostici, Unifarco garantisce alle farmacie percorsi di formazione in ambito farmaceutico e manageriale, in presenza e online, al fine di mostrare come una visione comune possa far germogliare idee. Per questo le farmacie non sono solo clienti, ma soci e membri dell’Advisory Board dell’azienda, in grado di apportare suggerimenti, di costruire insieme un percorso vincente.
L’impegno è sempre lo stesso: creare e diffondere una cultura del benessere per immettere sul mercato prodotti cosmetici, nutraceutici, dermatologici, dispositivi medici, make-up, e alimenti funzionali sicuri, improntati a un approccio etico e sostenibile. L’intera gamma si avvale di elementi naturali, il packaging è ecologico nella misura in cui si alternano carta e plastica riciclata, nel rispetto dell’ambiente che caratterizza da sempre Unifarco. Tanti i brand fiore all’occhiello dell’azienda, da Dolomia (per make-up e skin care, ad alto tasso di tollerabilità cutanea) a Ceramol (per il ripristino delle difese della pelle) fino a Farmacisti Preparatori, attraverso cui vengono sviluppati cosmetici, integratori e soluzioni a firma del farmacista, per offrire risposte a ogni esigenza di benessere e mostrare la propria unicità, giacché non esiste un’etichetta che sia uguale all’altra.
E qui risiede un’altra peculiarità dello stile Unifarco, quell’equilibro di forma e senso, di innovazione e tradizione che trova nell’etichettatura la sua metafora viva, dove all’attenzione per ogni realtà si somma il desiderio di conservare una pratica antica, in questo caso la scrittura a mano di Ernesto Riva, che alle origini dell’azienda realizzava personalmente ogni etichetta. Oggi in Unifarco è presente una tipografia all’avanguardia che permette di personalizzare i prodotti della linea Farmacisti Preparatori con il logo della singola farmacia.
Così, in un viaggio lungo i viali della scienza, in una sede che conserva ancora gli antichi macchinari e ospita giovani studiosi, oltre 575 dipendenti e più di 190 collaboratori sul territorio si compie la storia di un’impresa straordinaria. La realizzazione di un sogno, come recita il sottotitolo della graphic novel. Un racconto di successo nel segno ineffabile della bellezza.
Ginevra Amadio
Riferimenti
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