Due lettere e un biglietto di Anna Maria Ortese a Giovanni Comisso

Due lettere e un biglietto di Anna Maria Ortese a Giovanni Comisso

Il piccolo e prezioso carteggio tra Anna Maria Ortese e Giovanni Comisso, conservato nella Biblioteca Comunale “G. Comisso” di Treviso, consta di due lunghe lettere dell’estate 1962 relative al trasferimento delle sorelle Anna Maria e Maria Ortese a Genova, che testimoniano, nel continuo pendolare lungo l’asse Milano-Roma di quel periodo, l’unica rilevante eccezione: il breve soggiorno a Genova, che sarà preludio all’approdo definitivo a Rapallo nel 1975. Genova è amore più che per la città, per i genovesi più umili, “angeli impolverati”, per la loro disponibilità fraterna, ma anche memoria di Napoli, le luci, il mare, il porto, la città che non smette di nutrire la sua scrittura.

Anna Maria Ortese (1914-1998)

A Comisso, scrittore affermato, Ortese chiede aiuto per il trasferimento della sorella dall’ufficio postale di Roma a Genova. Le lettere tratteggiano un ritratto attraverso le sue innumerevoli case, piccole, impossibili, inabitabili, veri e propri bozzoli da cui lei riuscirà a tessere la tela delle sue storie. Sono gli anni in cui a Roma in una casa piccola come “una scatola di fiammiferi”, in cucina vicino all’acquaio, su una brandina di ferro, con la macchina sulle ginocchia, scriverà L’Iguana.

Il carteggio si conclude con un biglietto, datato gennaio 1964, che contiene gli auguri di buon anno a Comisso e l’apprezzamento per il suo racconto Il cavallo di San Giorgio pubblicato su “Il Mondo”, a. XVI, n. 2, 14 gennaio 1964 (raccolto poi in Il grande ozio, Milano, Longanesi, 1964).

Genova piazza de Ferraris, 1960 (foto di Albertomos, Wikimedia Commons)

Ho letto il racconto di Comisso che non conoscevo e mi ha colpito il fatto che al centro ci fosse il drago, non il cavallo di San Giorgio, ma il drago, distruttore e portatore di morte, metafora del tempo e della Storia che tutto macina e livella, solo che poi nel racconto di Comisso la Storia finiva per riscattarsi con la fantasia, con l’invenzione, con l’arte. Così ho pensato al Piccolo drago che chiude la raccolta In sonno e in veglia (1987) di Ortese, tassello prezioso e eloquente della sua matura riflessione filosofica. Il Piccolo drago è la poesia e il sogno, è diversità e bizzarria, sono i fratelli animali e le stelle del cielo, “gatto, bambino, scrittore, opera, errore, incanto, sempre poi dolore e memoria”. E nel 1964 quel drago si era già incarnato nella sua Iguana-drago.

Ecco il racconto di Comisso non poteva che incantare Ortese, sulle ali del drago i due scrittori si erano riconosciuti.
Benedetta Centovalli

Il carteggio si può leggere sulla rivista “Trasparenze”, diretta da Nicola Ferrari, 12/2024, numero monografico dedicato ad Anna Maria Ortese, Edizioni San Marco dei Giustiniani, con uno scritto di Benedetta Centovalli, dal titolo Il mare non bagna Genova.

Immagine in evidenza: Anna Maria Ortese (fonte: profilo Facebook di Anna Maria Ortese)

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