E’ disponibile da pochi giorni la nuova edizione di “I due compagni” di Giovanni Comisso, pubblicata da Santi Quaranta. La novità di questa seconda edizione, curata da Isabella Panfido come la prima del 2017 andata esaurita, e in particolare nella postfazione, ampliata di alcuni interessantissimi brani inediti e di scritti comissiani sulla censura. A “I due compagni“, scritto tra il 1934 e il 1935, la censura fasciata aveva imposto importanti tagli, che ne ritardarono la pubblicazione per Mondadori, poi avvenuta nel 1936 senza alcuni brani della versione originaria. E su questo importante aspetto si è concentrata la curatrice.
Sentiamo Isabella Panfido: “Nel Fondo Comisso, presso il Fondo manoscritti della Biblioteca di Treviso, è conservata una cartella con i testi dattiloscritti – le bozze di stampa- chiosati a mano in inchiostro nero da Comisso, con commenti a bordo pagina; nello stesso fascicolo è inoltre archiviato un carteggio epistolare di una dozzina di fogli riguardanti la questione dei tagli pretesi dalla censura fascista al romanzo I due compagni che Mondadori era pronto a pubblicare. L’ufficio milanese della censura, posto il veto su parecchi passaggi narrativi, aveva poi sottoposto al ministero di Roma il testo perché fosse pronunciata la sentenza decisiva sui brani incriminati. Inizialmente Mariani dell’Anguillara, un potente funzionario ministeriale conoscente di Comisso, sembra voler intercedere per un taglio lieve di quelle, secondo la definizione dello stesso funzionario, quisquilie individuate dall’ufficio di Milano”.
“La vicenda però si complica – spiega Isabella Panfido – poiché Comisso non vuole cedere su passi ritenuti salienti e necessari per la miglior resa della narrazione, arrivando a scrivere a Mariani dell’Anguillara una lettera – non conservata- di insulti, alla quale, ovviamente, non può che seguire una minaccia di querela. Arnoldo Mondadori sollecita Comisso: la carta messa a disposizione viene impiegata per altra pubblicazione e il romanzo del trevigiano rischia di non essere più stampato quando l’editore milanese minaccia di ‘scomporre il piombo’ in caso l’autore non eseguisse i tagli pretesi dalla censura”.
“Il romanzo esce presso Mondadori nel 1936, alleggerito di quei brani che apparivano accusatori nei riguardi dell’esercito italiano e della maschia italica stirpe; di fatto – e per fortuna ora possiamo leggere e capire meglio- la posizione di Comisso era di autentico testimone che, dopo l’esperienza sensoriale di ‘Giorni di guerra’ tornava sulla esperienza bellica con una premura nuova di necessaria, quasi eticamente obbligata, volontà di raccontare la tragedia della guerra osservata dal basso, dal punto di vista degli ultimi, la truppa mandata al massacro nelle prime linee – afferma la curatrice -. Diversamente dalla prima opera di tema bellico “Giorni di guerra” pubblicata nel 1934 (ma iniziata già nei primi anni Venti), “I due compagni” – il cui nucleo narrativo è, come noto, l’amicizia tra due giovani artisti dietro i quali si celano con più o meno precisione di dettagli lo scultore Arturo Martini e il pittore Gino Rossi – è un opera dolente, amara alla maniera di Comisso, mai veramente drammatica eppure, potrei dire, disincantata, disillusa”.
Nella postfazione, Isabella Panfido fa riferimento a una ulteriore ‘accensione’ di questo ritorno di fiamma nella scrittura comissiana che torna a rivolgersi al tema della guerra, questa volta con nuovi occhi. “Il dubbio forse di non aver detto tutto quanto era veramente stato, ciò che il giovane tenente del Genio Giovanni Comisso, aveva solo accennato nella sua prima memoria bellica, quel dubbio lo assale dopo aver letto e, forse, corretto e introdotto per la stampa una piccola cronaca di un contadino della campagna trevigiana, già fante sul fronte orientale, Giuseppe Giuriati”.
A prescindere dalla ricostruzione critica dei fatti che hanno provocato e accompagnato la redazione di “I due compagni“, ora abbiamo finalmente a disposizione dei brani assolutamente inediti che entrano a buon diritto nell’opera comissiana, brani che fino a oggi erano rimasti ignorati dallo stesso autore e dalla critica successiva. Dopo la prima edizione del 1936 il romanzo viene ripubblicato postumo da Longanesi nel 1973, con modifiche non sostanziali rispetto alla prima edizione, principalmente una diversa ripartizione dei capitoli, ma senza le parti censurate. “Non sappiamo, a questo punto, se l’editrice ignorasse la presenza degli inediti – ma essendo Nico Naldini allora alla Longanesi ci permettiamo di dubitarne- quel che importa è che Comisso stesso, uso a rimaneggiare il proprio materiale sotto diverse forme e usi diversi, non abbia mai più utilizzato quelle pagine, che hanno silenziosamente atteso questa edizione per raccontare i dettagli più crudi e dolenti di quella tragedia bellica che ha marchiato a fuoco una generazione di italiani”, conclude Isabella Panfido.
LA SCHEDA DEL VOLUME
Giovanni Comisso. I due compagni
2ª edizione
Postfazione a cura di Isabella Panfido
Editrice Santi Quaranta
“Il rosone”, Invenzione, 116
cm 14×22, pp. 184, in brossura, copertina a colori
ISBN 978-88-97210-42-9
€ 13,00
Arturo Martini e Gino Rossi, i due grandi artisti amici; l’amore per Treviso e per l’arte, la grande guerra, Asolo e il Montello, nell’opera narrativa di Giovanni Comisso.
La seconda edizione si arricchisce, nella postfazione di Isabella Panfido, di alcuni brani censurati dal fascismo nell’edizione Mondadori del 1936. E si arricchisce pure di altre prese di posizione più generali dello scrittore trevigiano, riguardanti soprattutto il dissidio tra Arte e Stato totalitario.