Tina Anselmi partigiana durante la seconda guerra mondiale, prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro della Repubblica Italiana, Dicastero del lavoro, nel 1976, e Ministro della sanità (1978/79) ha attraversato ed è stata una delle protagoniste della storia del Novecento. Firmataria della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, considerata ‘madre della Repubblica’, la sua candidatura fu proposta più volte durante le elezioni per il Capo dello Stato, prima nel ‘92 e poi nel 2006.
“Storia di una passione politica” (biografia di Tina Anselmi scritta con Anna Vinci – Sperling & Kupfer) a pagina sei ci porta al centro dell’infanzia di Tina Anselmi, “Nel nostro mondo di bambini con pochissimi giocattoli, la fantasia era la bacchetta magica che trasformava le piccole incombenze quotidiane in occasioni di svago e, così, anche portare a casa il cocomero diventava per noi una festa. La nonna lo tagliava in due parti uguali una per me e una per mio fratello, le poggiava sulle nostre teste, e noi ogni tanto ci fermavamo e ne assaggiavamo un po’ poi riprendevamo il cammino e il succo colava”.
Anna racconta il tuo incontro con Tina, con la sua infanzia, e la sua adolescenza sulla quale, negli ultimi due anni, hai molto lavorato.
Avendo tanto approfondito la sua vita politica, pur ovvio con delle incursioni nel privato, (anche nel libro ‘La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi Chiarelettere) avevo voglia di tornare indietro. Parlo in particolare degli anni tra il 1935 – Tina è nata nel 1927 – fino al 1944, anno della sua scelta della lotta partigiana. è il tempo della sua formazione e Tina Anselmi era già in fieri nella sua vita di bambina e poi adolescente a Castelfranco, nella sua famiglia, con i suoi amici, a scuola, nello sport, quella che sarebbe diventata e molti di noi hanno avuto la fortuna di conoscere anche se non direttamente. Ribelle, disciplinata, intelligente, curiosa, coraggiosa. Rispettava le regole, ma non accettava le imposizioni legate alla consuetudine, soprattutto quando si trattava della sua libertà di ragazza. La mamma donna di fede, alla quale era profondamente legata, non riuscì mai a ricondurla a dei dettami di ‘compostezza’.
“[…] La bambina, considerata in famiglia e a scuola molto intelligente, si sentì offesa e tacque. Si piaceva scapigliata. Ed ecco che il padre, raramente in disaccordo con la moglie, si animò nell’ergersi a difensore della curiosità, importantissima nella vita per conoscere e non farsi ingannare. ’Se si sapesse ciò che sta accadendo… Chi lo sa? Chi vuole sapere! ’.1
La moglie lo guardò stupita, zia Teresa ne fu sorpresa. La bambina ne fu orgogliosa. Fu solo un momento di baldanza, dopo il padre riprese a parlare con pacatezza. ‘Si sceglie come si può, figlia mia, crescendo lo capiamo tutti, alcuni non demordono, alcuni i più coraggiosi’”. Il padre, che portava sempre con sé la tessera del partito socialista firmata da Matteotti, conosciuto a Castelfranco per le sue idee, subiva le angherie del Regime, ma non varcò mai la linea dell’aperta ribellione.
Mi piace continuare la mia conversazione con Anna Vinci – biografa ufficiale, amica di Tina Anselmi – ancora immergendoci nell’infanzia di una delle figlie più amate del Veneto che divenne una delle Italiane più amate. Noi, infatti, siamo ciò che assorbiamo dall’infanzia, mi dico sempre, in noi c’è una circolarità alla quale non si sfugge.
Tina bambina “Chiamava corpi senza storia quelli che sembravano destinati ad altri volti e quindi non potevano far parte di una storia compiuta”. Questa capacità di cogliere un che di disarmonico in una persona l’aveva sempre colpita fin da bambina, e traspariva dal volto.Sentiva che c’è un tracciato che ognuno di noi costruisce fin da piccola, andando in tal modo verso la propria storia. Non a tutti è concesso di avere il volto giusto per il proprio nome, il proprio destino.
“[…] le ore possono avere appuntamenti? Sì, incontri con il destino ai quali sono condotti animali e cristiani ignari di ciò che li attende finché non li riconoscono“.
Dalla sua scelta, nel settembre del 1944 della Resistenza, Tina Anselmi non avrebbe mai mancato un appuntamento con il destino Anche a scapito di restare sola, di essere come la chiamavano una mina vagante, ma era anche la donna ponte, colei che come da ragazza amava tradurre il pensiero in azione. Quella statista che nel 1978 realizzò Ministro della Sanità, la riforma che attendeva da quattordici anni. Coraggio e onestà e vigilanza alle conquiste ottenute.
Sì, Ippolita, lei ripeteva spesso che ‘Nessuna vittoria è irreversibile, dopo aver vinto, possiamo anche perdere’. E vorrei concludere la nostra chiacchierata con un pensiero di Tina Anselmi che mai come in questo 25 Aprile 2020, sembra appropriato e un invito a fare e a sperare. ‘La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. E’ giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace’.
Ippolita Luzzo
Tina Anselmi è nata a Castelfranco Veneto nel 1927 in una famiglia cattolica antifascista. Il suo impegno civile e politico è iniziato con la Resistenza e proseguito, dopo la guerra, nel sindacato e all’interno della Democrazia Cristiana. Eletta alla Camera dei deputati per la prima volta nel 1968, è stata riconfermata fino al 1992, anno in cui si è ritirata dalla vita parlamentare. Nel 1976 è stata nominata, prima donna in Italia, ministro del Lavoro. Ha retto in seguito per due volte anche il ministero della Sanità. È stata inoltre presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 e della Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali sulla comunità ebraica.
Anna Vinci è nata a Roma, dove vive e lavora dopo una lunga parentesi a Parigi. È stata autrice, conduttrice e documentarista per la Rai. Ha pubblicato diversi saggi, tra cui: “Tina Anselmi. Storia di una passione politica” (Sperling & Kupfer); “La politica con il cuore” (con Stefania Pezzopane, Castelvecchi); “Le notti della democrazia. Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne per la libertà” (Ediesse); e i romanzi: “Calcutta” (abbinato al racconto di Vasco Pratolini “Lungo viaggio di Natale”, Guida); “Marta dei vocabolari” e “Restituta del porto” (Voland); “Il Signore del sorriso” (Iacobelli). Amica e biografa di Tina Anselmi, di cui cura l’archivio, per Chiarelettere ha pubblicato “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi”, fortunato saggio riedito con una nuova prefazione nel 2018, che raccoglie gli appunti della presidente della commissione parlamentare, ex partigiana, cattolica e coraggiosa ministra. Amica e biografa di Tina Anselmi, di cui cura l’archivio, per Chiarelettere ha pubblicato La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi, fortunato saggio riedito con una nuova prefazione nel 2018, che raccoglie gli appunti della presidente della commissione parlamentare, ex partigiana, cattolica e coraggiosa ministra.
Ippolita Luzzo, laureata in filosofia con tesi su Max Stirner, L’Unico e la sua proprietà. Da giugno 2012 scrive sul blog “Il Regno della Litweb di Ippolita Luzzo” quasi un giornale di cui lei è editorialista, direttrice e cronista. Col suo blog indaga e legge ogni momento letterario ed artistico per lei autentico interpretando in modo originale il senso del testo. Ha vinto il premio Parole Erranti il 5 agosto 2013 a Cropani, nell’ambito dei Poeti a duello, X Festivaletteratura della Calabria. Nel 2016 ha vinto il concorso “Blog e Circoli letterari” indetto da Radio Libri nell’ambito di Più Libri più liberi al Palazzo dei Congressi a Roma. Dal 2017 fa parte della giuria del Premio Brancati. Il 6 ottobre 2018 vince il Premio Comisso #15righe, dedicato alle migliori recensioni dei libri finalisti. Sempre ad ottobre 2018 il suo blog è stato inserito dal sito Correzione di Bozze fra i Lit-blog e le riviste online nazionali che si occupano di letteratura. Dal 2019 Il Regno della Litweb collabora con Il Premio Comisso 15 Righe nella giuria Scrive su alcuni giornali e riviste sul web. Molti suoi pezzi stanno nelle cartellette degli autori che, fidandosi, le mandano i loro scritti. Nella libertà di lettura.