di Paolo Coltro
In corso la digitalizzazione dell’archivio. Le letture, le liti con la madre, la guerra: il volto nascosto dello scrittore trevigiano.
“Sei davvero una canaglia, anzi un farabutto. Prima di tutto per quello che hai fatto, non ci fossero altre donne! E poi per le brighe che ci hai procurato! Sai che difficoltà che c’è di trovare donne. E così obblighi una povera vecchia a lavorare e far la serva a tutti». E ancora: «Vergognati a non rispettare la casa e far scandalo». Mica uno stinco di santo, Giovanni Comisso, quando aveva 31 anni, e mentre preparava i suoi “Giorni di guerra” assaltava con i suoi amici la cameriera Maria, tanto da costringerla a scappare dalla casa dei genitori. […]
È uno scrigno poco conosciuto l’epistolario dello scrittore trevigiano, ed è in attesa di esporre le sue perle sul web, perché da più di sei mesi è in corso la digitalizzazione del primo gruppo di lettere, scambiate tra Giovanni e famiglia durante la guerra: duecento missive, una ogni tre giorni. È un lavoro certosino che sta impegnando Francesca Novello e con lei l’Associazione Amici di Comisso, Ennio Bianco in testa, che si è decisa al gran passo dopo quarantanni di possesso dell’archivio. Merito del Rotary Club trevigiano, che nel ‘74 lo acquistò dagli eredi Ezio e Barbara Ravanello…
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