“Storia degli alberti e della loro terra” di Matteo Melchiorre
Recensioni
In Storia di alberi e della loro terra Matteo Melchiorre – l’io narrante autobiografico- prende come spunto l’abbattimento di alberi-totem, quali il secolare olmo detto Alberòn o il sacerdotale pioppo di casa, per costruire una metafora universale sulla Guerra odierna tra l’uomo e la natura, tra la civiltà che avanza inesorabile a colpi di accetta e bitume e la necessità di salvaguardare il nostro habitat ed ecosistema. Nello specifico questo succede a Tomo, paese delle Prealpi feltrine, ma non solo. Che cosa rappresentano dunque gli alberi per l’uomo? Nel suo libro, che si legge tutto d’un fiato e non vorresti mai che finisse, lo scrittore ci propone le sue risposte attraverso il racconto della sua storia personale. Lo fa con l’onestà e il rigore di uno storico di professione, alternando simpatici aneddoti ed espressioni dialettali a citazioni erudite e precisi rimandi bibliografici. Ma soprattutto lo fa con la passione di chi tra questi boschi ci è nato e cresciuto. È una storia di alberi e delle loro genti, di memoria storica e collettiva aggrappata alle loro fronde, del vuoto spaziale ed emotivo che questi giganti lasciano nella comunità se abbattuti dal vento o dalla scure dell’uomo. Da una parte la natura che esprime radicamento e dall’altra il futuro che significa sradicamento di alberi ma anche del nostro passato e di ciò che da sempre ci lega alla terra. La battaglia continua.
Laura M Walker